albiano - giornata della memoria 

«Vegliamo sempre sulla democrazia»

ALBIANO. Promosso dall’Associazione Combattenti e Reduci e dal Comune, con introduzione di Gloria Pisetta, si è svolto al Museo Casa Porfido il “Ricordo della Memoria”, con la scrittrice e filosofa...



ALBIANO. Promosso dall’Associazione Combattenti e Reduci e dal Comune, con introduzione di Gloria Pisetta, si è svolto al Museo Casa Porfido il “Ricordo della Memoria”, con la scrittrice e filosofa Nadia Beber che ha presentato, con interventi della prima cittadina Erna Pisetta, il suo libro “A casa nel mondo, pensare il proprio tempo”, che prende spunto dal pensiero di Hannah Arendt, storica, politologa e filosofa tedesca di origine ebraiche naturalizzata statunitense. Con l’aiuto di slide, Nadia Beber sintetizza così quanto ha spiegato nella partecipata serata

«Fare “memoria”, significa non solo custodire, è sempre anche costruzione, è qualcosa di attivo e dinamico. Fare memoria significa chiedersi quali sono quei meccanismi sociali, politici e psicologici, sfociati nel genocidio degli ebrei, che possono riprodursi oggi, sebbene in un contesto mutato e su scala diversa, e colpendo in primo luogo altre minoranze indifese. Significa leggere il proprio tempo memori di ciò che è stato. E in questo il pensiero di una filosofa, di una pensatrice politica come Hannah Arendt certo ci è di aiuto. Una pensatrice che ha fatto del monito al pensiero critico, alla necessità di comprendere il proprio tempo il punto focale dei suoi scritti. Un pensiero che vuole comprendere, senza affidarsi a risposte semplici a problemi complessi, che non si fida di slogan fine a se stessi, per non cadere in quel “male banale” che molto spesso è commesso da chi si gira dall’altra parte, da chi ha perso l’umanità e non vuole vedere lo sguardo dell’altro dimenticando che ognuno di noi è “altro” per qualcuno». «La Shoah - conclude - ha drammaticamente dimostrato che la cultura e il progresso non sono un deterrente al male, al male estremo, anzi, è stata la prova che si può sempre indietreggiare, che la democrazia non è un dato per sempre, per questo dobbiamo vegliare su di essa e leggere i segni che anche nel presente fanno temere per una sua erosione». (f.v.)















Scuola & Ricerca

In primo piano