Tutta la famiglia Belz al lavoro per il mosaico di Mezzocorona 

Il tempo stringe. Thomas, l’artista di Palù di Giovo che ha vinto il concorso bandito dal Comune, per l’inizio delle lezioni deve consegnare l’opera che abbellirà la nuova scuola


Anna Tava


Palù di giovo. Procede a grandi passi l’opera destinata ad abbellire con un tocco d’arte il nuovo istituto scolastico di Mezzocorona, che aprirà i battenti a settembre. Tutta la famiglia di Thomas Belz è infatti coinvolta nella costruzione del mosaico con cui l’artista ha vinto il concorso bandito dal Comune. C’è il nonno e ci sono i nipoti a sistemare tessere sulle parti in cui l’opera è stata divisa e che verrà poi assemblata nella scuola di primo grado dedicata a padre Eusebio Chini (Segno, 1645 - Magdalena de Kino, 1711), chiamato Padre Kino. Per rispettare i tempi di consegna l’artista di Palù di Giovo ha rinunciato alle vacanze e ha chiesto la collaborazione di tutta la famiglia, così sono al lavoro tre generazioni: figli e nipoti dell’artista, suo padre Volker Belz, la moglie Maria Grazia.

Il progetto

Il progetto dell’opera che Thomas ha presentato al concorso rappresenta il missionario e il suo cavallo insieme a due nativi mentre mostrano una mappa. Il gesuita fu infatti un esploratore di terre tra il Messico e gli Stati Uniti, allora sconosciute all’Occidente, che riprodusse in carte geografiche. Ciò che lo differenziò da altri soggetti impegnati nella conquista delle nuove terre fu che Padre Kino, seppur dedito all’evangelizzazione, riuscì a farsi amare perché trattò le popolazioni con rispetto e se ne prese cura, tanto che ancora oggi il suo ricordo si mantiene vivo e positivo.

L’ispirazione

«Pensando ai giovani fruitori dell’opera ho voluto mantenere una impostazione descrittiva e figurativa per una composizione armonica tale da sintetizzare il tema in alcune figure chiave» scrive Belz nella presentazione dell’opera. La raffigurazione ricorda l’episodio delle conchiglie azzurre donate a padre Chini, cosa che suscitò in lui il dubbio che la Bassa California non fosse un’isola come allora si credeva, e l’indigeno che indica la carta geografica con una freccia fa pensare al contributo dato dai locali all’esplorazione. In cielo si nota il tracciato di una cometa, accenno ai suoi studi di astronomia. «I colori vivaci e volutamente giocati sui contrasti cromatici catturano l’attenzione sulla scena che racconta la storia di padre Chini che, pur essendo di umili origini, ha girato il mondo inseguendo la sua vocazione e le sue passioni, questo per gli studenti può essere un esempio» conclude l’artista riguardo all’intento perseguito con la sua opera.















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