«Se non riapriranno a breve aziende del porfido a picco»

Albiano. «La crisi in atto, causata dal coronavirus che ha bloccato le lavorazioni, è molto dura anche nel settore del porfido, e se la situazione non migliorerà a breve, le nostre aziende non...



Albiano. «La crisi in atto, causata dal coronavirus che ha bloccato le lavorazioni, è molto dura anche nel settore del porfido, e se la situazione non migliorerà a breve, le nostre aziende non reggeranno all’urto dell’emergenza Covid-19». Lo afferma il direttore dell’Ente sviluppo porfido (Espo), Luca Filippi, spiegando che dopo tre mesi di cassa integrazione invernale, è arrivata purtroppo un'altra sospensione dell’attività lavorativa nel settore, che non ci voleva. «Dobbiamo riaprire le aziende e i cantieri a breve con la massima sicurezza, nel rispetto delle normative nazionali e provinciali, garantendo la sicurezza dei nostri lavoratori, delle loro famiglie e di tutto il tessuto sociale».

Espo si è attivato nella ricerca dei Dpl per dare un aiuto concreto di prima necessità e consentire il rispetto delle misure di sicurezza dei lavoratori previste appena possibile per la ripresa lavorativa. L’Ente è riuscito con difficoltà ad acquistare 5.000 mascherine chirurgiche, disinfettante per mani a base di alcool e guanti monouso. Il materiale sarà distribuito appena possibile alle aziende associate, in proporzione al numero dei dipendenti e collaboratori.

«Riaprendo a breve - prosegue Filippi - si dovrà rimettere liquidità nel sistema delle imprese, anche per pagare l’anticipo della cassa integrazione e gli stipendi ai dipendenti; l’importante è che le aziende debbono riaprire e ripartire. Passata la prima fase di emergenza, verrà chiesto un incontro agli assessori provinciali di competenza, per proporre degli aiuti alle aziende. Serve un piano di rilancio del settore: la Provincia metta in campo tutte le risorse possibili per la promozione del prodotto, anche attraverso nuovi lavori pubblici, per la riqualificazione dei centri urbani con l’utilizzo del porfido e della pietra trentina. Bisognerà che le aziende e le amministrazioni pubbliche rispettino gli impegni presi negli ordini, pagamenti compresi, in modo da garantire continuità a tutto il sistema economico».

Altro punto che Espo intende affrontare nell’incontro, sarà una proposta di modifica del canone di affitto per le cave pubbliche, almeno per l’anno 2020, tra cui il canone minimo, l’abrogazione della tabella premialità - penalità e i volumi minimi da scavare. Un'altra preoccupazione è l’export: la recessione sta bloccando anche l’esportazione della pregiata in tutto il mondo: fermarsi in questa fase vale perdere dal 30 al 50% del fatturato annuo, e molte delle imprese del porfido hanno pochi mezzi propri e poca capitalizzazione».

Per quanto riguarda l’attività promozionale dell’Espo, conclude il direttore, dopo la fiera di Poznan in Polonia ( 4 - 7 febbraio), le aziende di Albiano stanno ricevendo richieste di preventivi per la fornitura e posa del porfido. Nel primo semestre 2020 erano previsti altri convegni nazionali ed una visita nelle cave per illustrare i pregi e le peculiarità della pietra; per l’emergenza coronavirus sono stati sospesi. A breve le aziende riceveranno la certificazione ISO 14025 sui prodotti a marchio “Porfido Trentino controllato”, sinonimo di alta qualità, rispetto per l’ambiente e per le regole. F.V.













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