Pranzo in mensa per alunni e genitori 

A Lavis (e a Zambana, dove però hanno fatto merenda) i “primini” hanno condiviso l’emozione del primo giorno di scuola


di Daniele Erler


LAVIS. Ieri mattina è suonata la prima campanella dell’anno nelle scuole di Lavis: 950 alunni – il numero è praticamente lo stesso del 2017 – si sono divisi nelle 28 classi delle elementari (a Lavis, Zambana e Pressano) e nelle 16 delle scuole medie (alla “Aldo Stainer” di Lavis). Per loro l’emozione del primo giorno rimarrà impressa tutta la vita, soprattutto per chi ha iniziato ieri una nuova avventura, in prima elementare o media.

A Lavis hanno immaginato un modo originale per condividere questa emozione, con un’accoglienza che, quest’anno per la prima volta, ha unito ragazzi, genitori e personale scolastico.

«Il progetto lo abbiamo chiamato “Benvenuti primini” – spiega il dirigente Stefano Chesini – grazie alla collaborazione con la Risto3, abbiamo organizzato una merenda a Zambana e il pranzo a Lavis, invitando anche i genitori. Ci siamo trovati nelle mense ed è stato un modo per far conoscere gli spazi della scuola e soprattutto le persone che ci lavorano. È un primo passo: perché, sempre di più, vogliamo condividere con le famiglie ciò che facciamo in classe».

Per riuscirci la scuola mette in campo ogni anno una serie di novità. «Vogliamo far capire una cosa ai genitori – dice Chesini –: anche se non siamo perfetti, ce la mettiamo comunque tutta per offrire il meglio ai nostri ragazzi». Lo si fa creando nuovi spazi: «Da quest’anno alle medie c’è un’aula sotto al cielo, che abbiamo attrezzato sfruttando un piccolo cortile interno alla scuola». Ma anche formando gli insegnanti: «Quasi tutti i docenti delle elementari e medie hanno preso parte a un percorso di formazione, intitolato “Innovando la didattica”. La nostra sfida è di riuscire a motivare e stimolare i ragazzi. L’insegnamento frontale è ancora necessario, ma deve essere arricchito da altro». Nelle scuole a Lavis si usa la tecnologia, si insegnano le lingue straniere e i ragazzi partecipano ai cori o all’orchestra di istituto. Ma non solo.

«Abbiamo i “laboratori del fare” che servono per valorizzare le competenze pratiche che altrimenti non emergerebbero nelle aule – aggiunge Chesini –. Ci sono ragazzi che imparano a progettare e costruire manufatti: e poi quello che realizzano lo portano agli esami conclusivi. E in quell’occasione molti ragazzi ci stupiscono». A scuola si formano anche i cittadini di domani. «Abbiamo deliberato un progetto d’istituto per quest’anno: si chiama “Io cittadino: libero e responsabile”. Ci saranno attività sia alle elementari sia alle medie per far sì che i ragazzi crescano in maniera più responsabile, dando risposta anche al loro bisogno di autonomia. Cercheremo di favorire lo spirito di iniziativa e di imprenditorialità dei ragazzi, che potranno fare proposte concrete per migliorare gli spazi della scuola. Si scontreranno con la difficoltà di realizzare le loro idee, ma saranno gratificati quando riusciranno a ottenere un risultato».













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