L'INTERVISTA ROBERTO RONCADOR CANDIDATO SINDACO DI TERRE D’ADIge 

«Noi risponderemo solo ai nostri cittadini» 

Verso le elezioni. Lo sfidante di Tasin rivendica libertà di azione: «Non dovremo render conto a nessun capo politico». E poi snocciola le opere pubbliche prioritarie inserite nel programma


DANIELE ERLER


Terre d’adige. «Abbiamo una squadra fatta da tante persone che però sono riuscite a unirsi, condividendo gli stessi obiettivi. Il nostro programma si basa su quello che davvero potremo fare nei prossimi sei anni, se saremo eletti». Roberto Roncador ha costruito una corazzata fatta da 36 candidati: 18 nella Lega e altrettanti nella lista “Civica per Terre d’Adige”.

È uno dei due candidati sindaco: l’altro è Renato Tasin.

Roncador, manca poco al voto di domenica. Quali sono le sue sensazioni?

Devo dire che sono molto buone. Siamo comunque soddisfatti per quello che siamo riusciti a fare. Siamo partiti da alcuni obiettivi che abbiamo condiviso. Poi abbiamo trasmesso un sentimento di unione che è la cosa che ritenevo più importante.

Però nella vostra coalizione ci sono persone con un’appartenenza politica anche molto diversa. Come è riuscito a farli stare insieme?

Non è stato difficile. Credo che tutti abbiano visto in me il garante degli accordi e del programma che abbiamo sottoscritto.

Mi sta dicendo che avete firmato una sorta di “contratto di governo”?

No, non lo chiamerei così, perché è una definizione troppo “politichese”. Tutto parte dalla volontà di alcuni cittadini. La sezione della Lega di Terre d’Adige ha preferito fare una lista autonoma ed è quindi entrata nella coalizione con la civica che stava nascendo. Capisco la tendenza a mettere in primo piano la questione politica. Ma la realtà è che questo è un gruppo fatto da 36 persone: ci sono commercianti, imprenditori agricoli, operai, lavoratori autonomi. Riusciamo a rappresentare tutte le diverse realtà sociali. L’amalgama si è creato in maniera naturale, senza contrasti.

E sarà così anche per i prossimi sei anni?

Secondo me sì. Noi non siamo politici di professione e non dobbiamo rendere conto a qualche capo politico: risponderemo solo ai nostri concittadini. Il nostro programma sarà la nostra cartina tornasole e quello che guiderà le nostre scelte. Sono sicuro che saremo in grado di governare e di affrontare i problemi senza divisioni, come abbiamo fatto finora.

Parliamo allora del vostro programma: quali sono le priorità per Terre d’Adige?

Ci sono dei marciapiedi a Nave San Rocco in località Maset e in località ponte che hanno bisogno di una messa in sicurezza. Allo stesso modo bisognerà intervenire a Zambana per alcuni attraversamenti: come quelli vicino alle scuole e al campo di bocce. In entrambe le frazioni si dovrà ultimare la realizzazione della nuova illuminazione a led. Ci concentreremo anche sulle piazze: in entrambe per la pavimentazione, solo in quella di Zambana per la viabilità. Infine vanno conclusi alcuni collegamenti dei sottoservizi, anche a Zambana vecchia. Queste sono le priorità: poi il programma è ampio e articolato e spazia su tutte le esigenze della comunità per le infrastrutture e le opere pubbliche. Ad esempio abbiamo previsto la sistemazione di alcuni locali dell’oratorio di Zambana o dei locali per le associazioni nel municipio di Nave San Rocco.

Mi sembra ci sia una certa attenzione per entrambe le frazioni.

Certo, ma questo noi lo abbiamo fatto da subito. Le nostre liste ad esempio sono assolutamente equilibrate nella rappresentanza: sia per quanto riguarda la presenza di donne e uomini, sia per la provenienza. Se vinceremo, sarà così anche nella nostra giunta. Con un sindaco che abita a Nave San Rocco, il vice sarà di Zambana. Gli assessori saranno scelti per le loro competenze, ma anche sulla base della provenienza. In questa prima fase è importante garantire ai cittadini la piena rappresentanza di tutto il Comune.

Cosa vi differenzia dai vostri avversari?

Probabilmente il candidato sindaco o i componenti della lista: ognuno di noi ha un vissuto diverso. È vero invece che il programma è molto simile, ma sui singoli punti poi ci possono essere delle differenze. Per esempio, noi siamo più cauti sul discorso della funivia: crediamo che prima di esprimere un’opinione serva aspettare lo studio di fattibilità. Per poi valutare la questione non solo dal punto di vista economico ma anche da quello della sostenibilità ambientale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano