Mezzolombardo, cardiologia e piccola chirurgia al S. Giovanni 

Mezzolombardo. È stato definito, da più parti, come un importante passo in avanti l’incontro che si è tenuto venerdì a Trento, sul tema del centro sanitario “San Giovanni” di Mezzolombardo....



Mezzolombardo. È stato definito, da più parti, come un importante passo in avanti l’incontro che si è tenuto venerdì a Trento, sul tema del centro sanitario “San Giovanni” di Mezzolombardo. Soprattutto è stata ancora una volta l’occasione per ribadire l’importanza del rispetto dell’accordo del 2015, quando si parlava di una sorta di “ospedale di comunità” e non di un centro periferico, con promesse finora disattese, almeno in parte.

La Provincia, rappresentata dal presidente Maurizio Fugatti e dall’assessore Stefania Segnana, ha comunque confermato, rivolgendosi agli amministratori locali, come sia alta la soglia di attenzione sul tema e soprattutto la voglia di migliorare la situazione, partendo innanzitutto da alcuni nuovi servizi in arrivo. In particolare, è previsto il potenziamento dell’attività odontoiatrica, con sedute dedicate all’odontoiatria per disabili, bambini e soggetti fragili, per quattro giorni alla settimana. Nel corso dei prossimi mesi, saranno attivati gli ambulatori di medicina sportiva e di piccola chirurgia per le lesioni cutanee. Ma arriverà anche un servizio di cardiologia ed è forse la novità più interessante uscita dall’incontro di venerdì. Anche perché questo ambulatorio potrebbe poi integrarsi con la medicina del territorio, per consulenze, esecuzione di referti e altri servizi specialistici, legati anche alla medicina del lavoro.

Il vero nodo da risolvere – quello che interessa davvero ai sindaci della zona – è sempre il presidio 24 ore su 24: è tutto rallentato dal fatto che si sta cercando un accordo sindacale per coinvolgere i medici di base. L’obiettivo è stato ribadito venerdì come in altre occasioni: un vero e proprio “punto di primo intervento” non è sostenibile. Ma si può pensare a un luogo dove i professionisti di medicina generale, mentre si occupano dei loro interventi programmati, possano intervenire per problematiche urgenti e semplici: come la sutura di piccole ferite o la prima medicazione di una lesione. Così si riuscirebbe a creare quella che tecnicamente è definita una Aft, un’aggregazione funzionale territoriale. A livello pratico, garantirebbe la presenza per 12 ore dei medici di base. Diventerebbero 24 ore, poi, considerando i servizi di continuità assistenziale: le guardie mediche, per intenderci. Come detto, questa soluzione è ancora legata alla contrattazione: anche per capire come l’attività dei medici di medicina generale possa essere poi, progressivamente, integrata con l’utilizzo dei professionisti provenienti da altri servizi. Oltre ai vertici provinciali, all’incontro c’erano il sindaco di Mezzolombardo Christian Girardi, quello di Lavis e i rappresentanti di quasi tutta la Rotaliana. Con loro, i presidenti di Comunità di valle Gianluca Tait e Gabriele Tonidandel, rispettivamente per Rotaliana e Altopiano della Paganella. D.E.















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