Le emozioni sono opere d’arte sulle pareti della mensa

Mezzolombardo. Non è sempre facile riconoscere e raccontare le emozioni. Ancora meno facile è trovare, o meglio, pensare a delle immagini con cui si possono raffigurare delle emozioni. Ma ragazzi e...



Mezzolombardo. Non è sempre facile riconoscere e raccontare le emozioni. Ancora meno facile è trovare, o meglio, pensare a delle immagini con cui si possono raffigurare delle emozioni. Ma ragazzi e ragazze della prima dell'Istituto Martino Martini, iscritti all'indirizzo sperimentale del liceo quadriennale, sembrano aver colto l'obbiettivo. Giovedì sono stati inaugurati i pannelli con “graffitate” alcune emozioni che adorneranno la sala mensa dell'istituto. Opere d'arte, pensate e realizzate dagli stessi studenti, con l'aiuto di un writer professionista, degli educatori di Spazio Giovani Rotaliana Maria Grazia Melchiori e Andrea Negri nell’ambito del progetto “Emozioni, un universo in movimento”.

Corso per riflettere

Come ha spiegato Sara Ghezzer (psicologa di NeuroImpronta), il progetto è nato per riflettere sulle emozioni. Nel dettaglio sugli stereotipi, ragionando però su un aspetto più profondo. «Abbiamo approfondito la componente emotiva - ha detto -. Spesso quando si parla di stereotipi, ci si sofferma su aspetti più materiali e meno sulla componente emotiva, che nella nostra società è spesso fonte di molti stereotipi, di cui a volte non ci accorgiamo».

Dalla teoria alla pratica

Il lavoro dunque, è iniziato con una serie di incontri teorici nelle classi, tenuti dalle psicologhe di NeuroImpronta. Si è poi passati alla parte più creativa. Partendo da un semplice foglio A4, dove cercare un modo per rappresentare quanto dibattuto durante gli incontri, i ragazzi si sono trasformati in veri e propri writer, che armati di bombolette e pennelli hanno trasposto fedelmente i propri progetti su dei pannelli.

L'apparente timidezza mostrata dai giovani studenti nell'esprimersi non ha impedito ai loro volti di far trasparire un’emozione di soddisfazione, e se vogliamo, di evasione dalla routine quotidiana. «Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato - ha concluso Tiziana Rossi, dirigente dell’istituto -. Al di là del progetto, è stato molto interessante anche il percorso fatto, di scavo, di approfondimento, di ricerca di una dimensione estetica e d’interiorità, che non è certo così banale e scontata». D.B.













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