La Costituzione dei bambini 

Un anno di lavoro. L’hanno scritta gli alunni di una quarta delle scuole elementari di Lavis sotto la guida della loro insegnante, Marzia Todero. Tra i diritti quelli alla legittima difesa, alla ricreazione e a trovare i genitori al rientro a casa  


DANIELE ERLER


Lavis. C’è il diritto alla ricreazione, ma anche quello allo stiracchiarsi per trenta secondi ogni ora. C’è la legittima difesa: in caso di aggressione, si può spingere lontano il compagno e chiedere l’intervento della maestra. Ma c’è anche un obbligo che è quasi commovente, nella sua semplicità: «L’orario di lavoro delle mamme e dei papà deve essere uguale a quello della scuola. Così quando torniamo a casa li possiamo trovare lì». La “Costituzione dei bambini e delle bambine” è stata scritta da 13 maschi e 12 femmine, provenienti da sei nazioni diverse: sono gli alunni di una classe quarta elementare di Lavis, guidati dall’insegnante Marzia Todero.

Il percorso è durato un anno e si concluderà martedì, con un incontro con Licia Di Blasi, l’insegnante bolzanina che ha scritto un libro con il magistrato Gherardo Colombo, proprio sul tema della Costituzione vista con gli occhi dei bambini.

La classe è Stato democratico

Il lavoro fatto a Lavis è diventato un documentario e una mostra che sarà allestita a scuola. «È un progetto pilota avviato per la prima volta quest’anno – spiega la maestra –. Il grosso del lavoro è stato sul metodo: prima di accettare le regole e prima ancora di scriverle, i bambini hanno imparato come vengono costruite. Il processo decisionale è stato portato avanti da loro stessi: io ho fatto solo da osservatrice». I “piccoli costituenti” hanno immaginato la loro classe come uno Stato democratico. Si sono riuniti in commissioni per individuare le esigenze principali del loro micro-cosmo. Poi si sono ritrovati in assemblea, ogni volta guidati da un presidente e da un verbalizzatore. Hanno discusso ogni regola, votandola per alzata di mano. «Si sono sviluppati dei dibattiti che non mi sarei mai aspettata: per esempio sulla salvaguardia delle minoranze. Sono tutte questioni che fanno parte di qualsiasi sistema democratico. I bambini si sono trovati ad affrontarle in maniera naturale, parlando semplicemente delle loro esigenze». Uno degli articoli della loro Costituzione recita: «La nostra classe è una democrazia e la maggioranza va accettata, cercando però una mediazione per mantenere la pace».

La prima lezione di diritto

In sostanza, questi bambini hanno già imparato la loro primissima lezione di diritto, anche se hanno solo fra i nove e i dieci anni: per garantire la convivenza degli individui, all’interno di qualsiasi sistema, sono necessarie delle regole. «Hanno capito che devono essere scritte bene e devono essere una risposta a un bisogno – dice Todero –. Le leggi non sono fatte per disciplinare e punire, ma per rispondere ad alcune necessità comuni: o almeno così è nel mondo dei bambini». Questo percorso – spiega il dirigente scolastico Stefano Chesini – si inserisce in un progetto d’istituto di educazione alla cittadinanza libera e responsabile: con un metodo che poi i bambini potrebbero forse insegnare anche a qualche adulto.















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