L’abbraccio caloroso di Mezzocorona per Cristina Eccli

MEZZOCORONA . Lunedì era colma di gente la chiesa e molti i fiori di amici e parenti per Cristina Eccli, di cui tutti ricordano il sorriso e il buon cuore. Sul biglietto, le parole della “Canzone per...



MEZZOCORONA . Lunedì era colma di gente la chiesa e molti i fiori di amici e parenti per Cristina Eccli, di cui tutti ricordano il sorriso e il buon cuore. Sul biglietto, le parole della “Canzone per un’amica” dei Nomadi (scritta da Francesco Guccini): «Voglio ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi». Tanto è stato lo stupore per la sua fine repentina, anche se la malattia durava da più di un anno, ma le cure non facevano più effetto. I figli Mattia, già uomo, e Luca, ancora ragazzino, vicini al padre Leonardelli, hanno accolto commossi le numerose condoglianze, così come la madre e le sorelle. La speranza è che lo spirito cristiano, che a Cristina apparteneva, l’abbia aiutata nel lasciare i suoi cari. Poi il viaggio verso la cremazione e il vuoto che resta, riempito solo dai ricordi. Si è spesa per la gente, questa donna, credendo che il dolore si possa condividere e che l’accoglienza senza giudizio sia il primo passo per poter cambiare, così come insegna l’associazione Auto Mutuo Aiuto. Cristina aveva curiosità per la vita e non smetteva di voler imparare. Nel 2016, durante un corso di scrittura creativa, aveva composto un libretto per i suoi cari, aneddoti di famiglia e di sé, che ora riportano la sua voce, la sua simpatia e il suo affetto.

In un racconto sul suo lavoro scriveva: «Lentamente andava formandosi un pensiero dentro di me: volevo rendermi utile alle persone. Avevo venticinque anni e decisi di iscrivermi alla scuola di assistenza agli anziani e la mia vita cambiò totalmente. La chiusura della fabbrica mi aveva dato una nuova opportunità. Una porta si era chiusa e se ne era aperta un’altra, molto più allettante per me. Oggi vanto un lavoro che mi piace tanto, anche se è molto più faticoso. Non lo cambierei per nessuna ragione al mondo».

Questa disposizione d’animo è ciò che fa la differenza, in ogni lavoro ma ancor più in quello al servizo delle persone fragili. Per questo all’Apsp di Mezzolombardo e in molti altri luoghi rimane la testimonianza del suo sorriso e della sua dedizione. (a.t.)













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