Il virus interrompe il “viaggio” degli scolari tra nobili e castelli 

Cavedine. La sospensione dell’attività didattica nelle scuole e la previsione di una ripresa in là nel tempo, a causa del coronavirus, ha prodotto anche l’interruzione dei progetti programmati nelle...



Cavedine. La sospensione dell’attività didattica nelle scuole e la previsione di una ripresa in là nel tempo, a causa del coronavirus, ha prodotto anche l’interruzione dei progetti programmati nelle scuole del bacino del “Centro Studi Judicaria”, che da molti anni ormai sviluppa coi suoi esperti iniziative a favore delle scuole primarie e secondarie, comprese nel bacino dell’antica “Summa Judicaria” del Trentino Sud/occidentale (valli del Chiese, Rendena, Giudicarie, Valle dei Laghi e Basso Sarca). Viste l’incertezza sui tempi della ripresa delle lezioni e soprattutto le notevoli difficoltà legate ad una conclusione “normale” dell’anno scolastico, non ci sarà sicuramente spazio per completare il ciclo di incontri e di conseguenza si propone di posticipare nei primi mesi del prossimo anno scolastico (settembre – ottobre) il completamento di quelli parzialmente intrapresi.

Alla scuola media di Cavedine con le classi seconde si era iniziato il percorso di storia locale dal titolo “Famiglie nobiliari e castelli”. Si sono sviluppati i vari incontri, prevedendone la conclusione a primavera inoltrata con un giro al castello di Toblino (ora evidentemente rinviata), che il proprietario Tullio Fedel apre alle scuole del territorio per delle visite guidate. Considerato che i castelli più conosciuti della valle sono quelli di Madruzzo e Toblino, si è ricostruita la storia dei due manieri, che per un lungo periodo di tempo furono proprietà dei Madruzzo, una delle più potenti famiglie nobiliari trentine fra cinquecento e seicento, anche perché tennero nelle loro mani il principato vescovile di Trento ininterrottamente per 119 anni (1539 – 1658). Evidenziato il passaggio fra prima (estinzione dinastia fine ‘300) e seconda famiglia Madruzzo con il capostipite Giangaudenzio (prima metà del ‘400) con le successive le fasi di sviluppo delle costruzioni castellane, l’argomento si è incentrato sul rapporto fra nobili e comunità rurali della valle. Ha suscitato curiosità quella specie di “collaborazione”, legata alla bonifica del Piano Sarca, che da una parte portò alla costituzione di una specie di feudo castellano (ossia l’ampia area agricola della ex-Mensa vescovile di Sarche) e dall’altra alla costituzione di una proprietà comunale indivisa fra i paesi di Calavino, Lasino e Madruzzo, gestita per 339 anni attraverso un “Patto d’Unione”, sottoscritto nel 1428 e chiusosi nel 1728 con la spartizione del territorio. M.B.













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