Denunciate 27 persone «Tanti non hanno capito» 

Il lavoro della Polizia locale. Quattro le pattuglie in giro tra Lavis e i paesi della Rotaliana Sono 189 le autocertificazioni da controllare. Il comandante: «C’è chi fa festini lungo il torrente» 


DANIELE ERLER


Lavis e rotaliana. «Sul nostro territorio purtroppo abbiamo ancora una parte della cittadinanza che cerca in tutti i modi di uscire da casa. La sensazione è che in tanti non abbiano ancora capito la gravità della situazione». Nicola Mosele è il comandante della Polizia locale che copre il territorio che comprende Giovo, Lavis e tutta la Rotaliana. In un paio di settimane – i dati sono aggiornati a mercoledì – hanno denunciato 27 persone per inosservanza del decreto del presidente del Consiglio sull’emergenza coronavirus. In più ci sono 189 autocertificazioni che sono state acquisite e che saranno oggetto di controllo per verificare se sono autentiche. Per fortuna, non c’è stato nessun caso di persona contagiata, o messa in quarantena, beccata in giro come se niente fosse. Invece, ci sono stati festini organizzati lungo l’Avisio, persone che girano senza motivo e sportivi che corrono in gruppo sulle piste ciclabili.

Comandante, nel giro di pochi giorni anche la polizia locale ha dovuto rivoluzionare la propria attività. Come vi siete organizzati?

Prima ci occupavamo di tutta la normale attività sulle strade e di quanto è competenza della Polizia locale. Ora siamo concentrati sull’emergenza: tutta la nostra attività è legata alle disposizioni per il contenimento del contagio. A ogni turno ci sono quattro pattuglie: due sono nell’area della Rotaliana e altre due dell’Avisio. Il loro compito è di controllare le persone che si muovono e di acquisire le autocertificazioni, quando ci sono. In più, c’è tutta la parte dedicata alla richiesta di consigli: da quando è iniziata l’emergenza, la nostra centrale operativa è subissata dalle chiamate.

Cosa chiedono?

Un po’ di tutto. Se si può andare al cimitero. Se si può far uscire il cane. Quanti metri di tolleranza ci sono per la passeggiata intorno all’abitazione. Ci rendiamo conto che tanti non hanno capito la gravità della situazione. Noi cerchiamo di rispondere a tutti. Ci sono domande che probabilmente in un altro contesto ci avrebbero fatto sorridere. Ma ora ci sorprendono, vista la campagna informativa che è stata messa in campo, anche dai nostri sindaci.

Quindi anche in Rotaliana ci sono dei problemi.

Soprattutto ci aspetteremmo un po’ più di consapevolezza. Anche perché il messaggio veicolato dai media, dai social, dai siti comunali e dalla Provincia è sempre lo stesso: di stare a casa. Per certi aspetti l’ordinanza provinciale è anche più restrittiva delle linee guida nazionali.

Ci fa qualche esempio sui casi delle persone che sono state denunciate?

Ci sono ragazzi che si sono appartati per fare festini lungo il torrente, in barba ai divieti: è successo a Lavis. Sportivi che correvano in gruppo nelle piste ciclabili. Altri che erano in giro senza motivo o che vogliono per forza dimostrare che non hanno paura di niente. Poi ogni paese ha i suoi casi di persone senza fissa dimora, o con qualche problema sociale, e che si aggirano senza nessun limite.

Ricevete segnalazioni anche dai cittadini?

Molte e sono utili: le verifichiamo con le nostre pattuglie. Ci permettono di raggiungere quelle persone che scientemente infrangono i divieti e ad esempio si nascondono lungo i fiumi.

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