Da Lavis agli Stati Uniti per diventare un campione 

Alberto Pangrazzi studia comunicazione e gioca nella squadra di calcio di una università del Missouri. È suo il gol della vittoria nella finale nazionale tra college 


di Daniele Erler


LAVIS. Per la prima volta nella storia, la squadra di calcio della Central Methodist – l’università di Fayette, contea di Howard, nel Missouri – è campione degli Stati Uniti, avendo vinto ai rigori la finale nazionale, nella competizione fra college.

Fra i calciatori ad alzare il trofeo c’era anche un giovane di Lavis: Alberto Pangrazzi, negli Stati Uniti per studiare comunicazione. Anzi, di più: è stato proprio lui a siglare il rigore decisivo nella finale, fra l’altro in un derby fra due università del Missouri.

Alberto – 21 anni il prossimo 3 gennaio, figlio di Maria Vittoria Reda e Maurizio Pangrazzi, fratello di Francesca, Giovanni e Giacomo – ha ottenuto una borsa di studio come studente-atleta. Segno che lo sport è parte integrante della sua esperienza americana: «Studio ma ho anche la possibilità di allenarmi». D’altronde se pensiamo all’immaginario più comune dei college americani – almeno per quello che ci arriva dai libri e dai film – ogni università ha le sue squadre e i suoi campioni.

«Tutto un altro mondo rispetto all’Italia», ci spiega Alberto, in collegamento virtuale dal Missouri. Solo che in questo caso il calcio, quello che negli Stati Uniti chiamano “soccer”, non è propriamente lo sport in linea con il sogno americano, fatto di football, basket e baseball: «Ma qualcosa sta cambiando. Certo, football e basket riempiono ancora lo stadio e il palazzetto. Ma l’interesse sta crescendo anche per il “soccer”, quello femminile è già più diffuso – dice Alberto –. Inoltre grazie a questa vittoria la nostra università ha portato a casa per la prima volta un titolo nazionale in 164 anni di storia. Quindi ora siamo inevitabilmente al centro dell’attenzione».

Alberto ha sempre giocato a calcio, fin da piccolo. Dopo esser cresciuto nelle giovanili del Lavis, è passato al Mezzocorona. A 16 anni la prima grande esperienza fuori casa, all’Altovicentino, ai tempi in serie D. A 18 anni al Montebelluna e l’anno scorso al Trento.

«La mia carriera studentesca ovviamente andava avanti e ci tenevo a continuare gli studi, così mi sono iscritto alla facoltà di Comunicazione a Padova. Però gli impegni universitari e sportivi spesso si sovrapponevano: era diventato difficile giocare a calcio a buoni livelli e studiare all’università. Poi ho scoperto che c’era la possibilità di ottenere una borsa di studio come studente-atleta. Grazie a “College life Italia” (una società specializzata nella ricerca di opportunità di studio e sport negli Usa, ndr) ho ricevuto una decina di proposte e ho accettato quella della Central Methodist University. Ero attirato dai programmi accademici e sportivi, mai avrei pensato di diventare campione nazionale degli Stati Uniti. E di tirare il rigore decisivo! È stata un’emozione incredibile».

Alberto è arrivato ad agosto, ha ancora due anni a disposizione, poi spera di restare anche per un master, senza abbandonare il calcio: «Qui lo sport conta tantissimo per le università. Già dalle elementari se vuoi praticare uno sport lo fai all’interno della scuola, non ci sono altre società come in Italia. Si crea uno spirito di appartenenza fortissimo».

Così, partendo da Lavis con una valigia piena di sogni, si può arrivare nell’Olimpo dello sport negli Stati Uniti.

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