Abitanti e pool di esperti disegneranno il futuro 

Un laboratorio lungo un anno. La Paganella, sull’esempio di Copenaghen e delle Fiandre, vuol capire quale turismo favorire nei prossimi 10-30 anni. Come, lo spiega il direttore dell’Apt  


Rosario Fichera


Paganella. Da lunedì prossimo gli abitanti dell’altopiano della Paganella cominceranno a disegnare il loro futuro, grazie a un progetto, novità assoluta in Italia, che sarà guidato dall’Apt Dolomiti Paganella e promosso insieme alla Comunità della Paganella e le amministrazioni comunali di Andalo, Fai, Molveno Cavedago e Spormaggiore.

Il progetto “Dolomiti Paganella Future Lab” sarà presentato alla popolazione al Palacongressi di Andalo, alle 20.30. Per capire di che cosa si tratta siamo andati a trovare il direttore dell’Apt Dolomiti Paganella, Luca D’Angelo.

«Il Dolomiti Paganella Future Lab, come suggerisce il nome – ha spiegato – sarà un vero e proprio laboratorio per riflettere sul futuro del nostro territorio, con l’obiettivo di utilizzare il turismo come forza positiva per il bene di tutta la comunità, per garantire in modo duraturo un alto livello di vivibilità sull’altopiano, sia per chi ci lavora e vive, sia per gli ospiti. Si tratta di un percorso partecipativo innovativo in l’Italia, con soli pochissimi precedenti in Europa, per il quale saranno coinvolti anche esperti internazionali e che permetterà di tracciare una vera e propria road map per i prossimi 10-30 anni. Sono state realizzate analoghe iniziative a Copenaghen, in Danimarca e nella regione delle Fiandre, in Belgio che costituiranno per noi un riferimento metodologico».

Perché è nata l’esigenza di questa iniziativa?

«Tutto è nato dal veloce cambiamento che stiamo vivendo per fattori interni ed esterni. Dal punto di vista interno la nostra destinazione in questi ultimi anni ha vissuto e continua ad avere una forte crescita, con la nascita di nuovi tipi di turismi e con un impatto importante non solo sull’industria turistica, ma anche sulla comunità dei residenti. Questo processo di cambiamento è stato così veloce che abbiamo sentito l’esigenza di fermarci per riflettere e chiederci se stiamo andando nella direzione giusta e cosa si debba fare per modificare eventualmente le nostre abitudini per accogliere i nuovi modi di turismo che si stanno affermando. Ma determinanti sono state anche le veloci trasformazioni dovute a fattori esterni, tra i quali quelli di carattere socio-economico e soprattutto i cambiamenti climatici. Di fronte a questi scenari, attraverso il “Dolomiti Paganella Future Lab” cercheremo d’immaginare e delineare, insieme a tutta la comunità, un turismo per il futuro, inteso come leva positiva per il benessere di tutta la comunità che sia bilanciato con il sistema sociale del territorio e con le risorse ambientali che abbiamo a disposizione».

Quindi un turismo sostenibile?

«Sì, sull’altopiano della Paganella a fronte di 5 mila abitanti si registrano 2 milioni di presenze all’anno, quindi abbiamo un impatto piuttosto intenso. Di fronte a questo andamento positivo è giusto allo stesso tempo chiedersi fino a che punto il territorio può assorbire queste dinamiche per garantire alla destinazione anche in futuro l’alto livello di vivibilità e di attrazione che ci contraddistingue».

Quando di concluderà il progetto e chi vi parteciperà?

«Il progetto durerà un anno. L’Apt farà da guida: abbiamo creati un pool di esperti, tra i quali Emil Spangeberg, il “padre” di quanto realizzato a Copenaghen, il professor Pietro Beritelli della St. Gallen University, in Svizzera, la professoressa Maria Pina Trunfio dell’Università di Napoli, Paolo Grigolli, direttore di tsm-Trentino School of Management e Alessandro Bazzanella, sempre di tsm. Esperti a cui si affiancheranno altri partner, tra cui la Provincia di Trento, Trentino Marketing, il Muse, la Fondazione Museo Storico del Trentino, gli operatori economici e la comunità locale che saranno chiamati a partecipare con proposte e idee attraverso dei workshop, ma soprattutto la scuola, perché questo progetto è rivolto soprattutto ai giovani che vivranno in prima persona ciò che oggi rappresenta per noi il futuro. Considero quindi questa iniziativa come una grande opportunità per tutti perché insieme si può davvero fare la differenza».















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