La denuncia

«Lasciati fuori dalla discoteca solo per il colore della pelle» 

Robel e Michael, 19enni nati in Etiopia ma cresciuti in Alto Adige, bloccati all’esterno dalla security. «Per i nostri amici di Bolzano e Merano zero problemi». Lucia, madre di Robel: «Un segnale che si respira una brutta aria»


Massimiliano Bona


LANA. Robel Gambato, 19 anni, studia al liceo Scienze umane di Bolzano mentre il suo amico e coetaneo Michael frequenta Scienze internazionali dello sviluppo e della cooperazione a Torino. Sabato hanno deciso di trascorrere una serata in discoteca e si sono dati appuntamento a Lana con altri teenager del capoluogo e di Merano. «Abbiamo cercato - racconta Robel - di incontrarci a metà strada e Lana ci è sembrato il posto ideale. Purtroppo sono entrati proprio tutti tranne il sottoscritto e Michael. Siamo entrambi italiani ma abbiamo la pelle scura. Abbiamo provato in mille modi a chiedere una spiegazione, abbiamo chiamato il 112 ma gli addetti alla security sono stati irremovibili e ci hanno spiegato che eseguivano solo degli ordini».

I due ragazzi hanno subito captato una certa ostilità, un pregiudizio. Il clima si è surriscaldato ma a testimoniare questa diffidenza di fondo ci sono i video girati col telefonino. Michael ci ha provato in modo garbato: «È la prima volta che vengo qui, non ho mai fatto nulla. Studio a Torino ma vivo a Bolzano. Possibile che debba restare fuori?». L’addetto alla security, anche lui straniero (per paradosso), ha risposto a monosillabi e ha fatto passare altri ragazzi. «Io eseguo solamente degli ordini».

Rabbia, sconcerto e delusione per una serata che doveva andare diversamente. «Mi è capitato solo qui», aggiunge Robel. La discoteca in questione, essendo un Club privato, rivendica il diritto di lasciare fuori chi ritiene opportuno per motivi di sicurezza. Non provati, in questo caso almeno.

Lucia Pappalardo è una pediatra con studio a Laives che ha da sempre l’Africa nel cuore e ha aiutato nei suoi viaggi decine di bimbi malnutriti. Ha adottato due ragazzi etiopi, uno è Robel. Trova avvilente che nel 2021 si debbano ancora fare distinzioni di razza o colore della pelle.

«Vorrei solo aggiungere - commenta la dottoressa Pappalardo - che sono impegnata da sempre a combattere le discriminazioni in tutti gli ambiti della mia vita e soprattutto in quello lavorativo. Questa non è nemmeno una cosa personale: è solo che al pensiero che anche da noi si possano iniziare a fare distinzioni tra le persone per il solo colore della pelle o per la loro origine, è un segnale che si respira una brutta aria purtroppo e che si stanno instaurando tra le persone idee sbagliate. Le persone devono essere giudicate per quello che fanno e per quello che sono, non per la loro origine o per la razza».

 













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