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Il Parco Adamello Brenta lancia un progetto sull’integrazione dei grandi carnivori e la convivenza con l’uomo

Il presidente Ferrazza: “Già messo in cantiere lo scorso anno e che quindi non “insegue” l’attualità recente, anzi, l’ha in qualche modo anticipata”



TRENTO. Si è aperta con un minuto di silenzio per commemorare il giovane Andrea Papi la riunione odierna del Comitato di gestione del Parco Naturale Adamello Brenta, la prima che fa seguito alla tragedia di Caldes. Alla vicenda e alle sue conseguenze il Comitato dedicherà molto presto una riunione ad hoc.

La riunione di oggi, che ha segnato anche l’avvicendamento fra i due direttori, quello uscente, Cristiano Trotter, che passa ora a dirigere il Parco Paneveggio Pale di San Martino, e quello entrante, Alessandro Brugnoli, che prenderà servizio nei prossimi giorni, ha consentito di esaminare e successivamente approvare il rendiconto 2022, l’assestamento al Bilancio di previsione 2023-2025, ma soprattutto l’aggiornamento del Piano di attività 2023, che prevede l’avvio di un nuovo progetto di ricerca sul tema: “Integrazione dei grandi carnivori nell’antroposfera alpina”.

Si tratta di un progetto già messo in cantiere lo scorso anno e che quindi non “insegue” l’attualità recente, anzi, l’ha in qualche modo anticipata. “Si tratta di un progetto centrato sulle azioni utili per assecondare il processo di integrazione dei grandi carnivori nel mondo di noi umani. – sottolinea il presidente del Parco Walter Ferrazza - L’idea di partenza si fonda sulla convinzione che sia indispensabile comprendere pienamente le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano i rapporti uomo-animale selvatico. Vogliamo capire ad esempio come l’opinione dei cittadini nei confronti del progetto di ripopolamento degli orsi nel Trentino occidentale sia cambiata, e questo, lo ripeto, molto prima dell’ultimo tragico evento, e quali percorsi partecipativi, rivolti in primo luogo alle comunità locali, possano essere avviati per generare atteggiamenti e dinamiche favorevoli alla convivenza tra uomini e animali. Certo, ora tutto è enormemente più difficile rispetto a quando abbiamo cominciato a ragionarci, in maniera, vorrei dire, preveggente, ma il compito di una realtà come il Parco è anche questo: farci carico dei problemi e provare ad affrontarli, forti delle nostre competenze tecnico-scientifiche e con un atteggiamento assolutamente collaborativo nei confronti della la Provincia e degli altri portatori di interesse”.

Il costo del progetto è di 70.000 euro in tre anni, a carico del Parco.

Sempre per quanto riguarda il Bilancio, si registra in sede di assestamento una crescita delle spese per il personale e degli impegni riguardanti le attività di manutenzione svolte dal personale del Parco nei Comuni, in gran parte autofinanziate, per interventi che riguardano sentieri, ponti, edifici rurali e altre infrastrutture rivolte a tutti coloro che vivono e percorrono la montagna.

L’avanzo di amministrazione, interamente dedicato ad investimenti, è pari a 1.118.542,69.













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