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Il nuovo digitale terrestre slitta al 2023. L’Aduc: «Modificare gli aiuti farraginosi per adeguare tv e decoder»

Ancora da fissare la data del passaggio che era fissato per settembre. Il presidente dell’associazione Vincenzo Donvito: «Il mercato dei decoder, meno pressato dalla scadenza vicina, si dovrebbe “rilassare” diventando meno costoso»



TRENTO. «Il nuovo Digitale Terrestre (DVB-T2), il cui passaggio era stato fissato a partire da settembre 2021 con conclusione entro giugno 2022, slitta, con partenza da definire nel 2022, all’inizio 2023. Nessun cambiamento epocale e, a parte gli aspetti tecnici, gli utenti avranno più tempo per adeguare i propri apparecchi (il decreto attuativo con le vecchie date era stato firmato all’inizio di luglio e mercato e utenti erano già in preparazione, probabilmente non ritenuta sufficiente». Lo comunica Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e consumatori.

«La formalizzazione dello slittamento non c’è ancora, ma alla base c’è un accordo del ministero dello Sviluppo Economico con la Rai che prevede il passaggio volontario delle principali emittenti a partire dal prossimo 15 ottobre, passaggio che diventerà obbligatorio nel 2022 – prosegue Donvito -. Chi si sta attrezzando con nuove tv e nuovi decoder è bene che continui a farlo, anche perché il mercato, meno pressato dalla scadenza vicina, si dovrebbe “rilassare” diventando meno costoso. Il decreto attuativo - approvato a inizio luglio ma con le nuove date da definire - prevede uno sconto del 20% (max 100 euro) per l’acquisto di un nuovo apparecchio, 250 milioni di euro che dovrebbero accontentare chi prima arriva entro il (?) 31 dicembre 2022. Il bonus è cumulabile con quello attuale di 50 euro previsto per l'acquisto a chi ha un Isee inferiore a 20.000 euro». 

Per il presidente dell’Aduc servirebbe un’altra iniziativa: «Ci chiediamo se, con un guizzo di economia di mercato, il legislatore possa prendere in considerazione un metodo diverso da quello del bonus, i cui nodi - come per tutti i bonus - prima o poi verranno al pettine… maggiori imposte sui contribuenti. Anche per evitare la corsa degli utenti a non restare fuori dal tetto di 250 milioni messo a disposizione alla bisogna, non sarebbe meglio una semplice riduzione fiscale per questi acquisti, riduzione che costerebbe molto meno a tutti (non solo in denaro) rispetto alla farraginosa macchina della gestione di un bonus?».













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