IL DRAMMA DELLA FAMIGLIA NEUMAIR

I fiori e una candela in riva all'Adige: la figlia Madè saluta la mamma

Poche ore dopo il ritrovamento del corpo della madre, la figlia di Laura e Peter è scesa con gli zii sull’argine dell’Adige

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IL VIDEO: Le riprese dal gommone. Arriva anche l'elicottero
LE FOTO: A Laghetti di Egna anche i carabinieriLe drammatiche ricerche di sabato / I sub dei vigili del fuoco nell'AdigeAd Ora il ritrovamento del corpo con il gommone



BOLZANO. Quando le forze sono tornate e quando il clamore s’è placato, Madé, la zia Carla e lo zio Ghünter sono scesi a Laghetti e hanno raggiunto il punto sull’argine dell’Adige in cui è stata trovata Laura. E' successo sabato sera (6 febbraio), quando il sole era sceso dietro le montagne e la zona stava per essere avvolta nuovamente dal buio della notte. A squarciare le tenebre, anche quelle del dolore e della disperazione, la fiammella di un piccolo cero che Madé ha collocato lì, insieme a qualche fiore trovato a casa, dove poche ore prima giaceva il corpo della sua mamma.

Non una semplice candela, ma quella candela che lei stessa aveva acceso con «la mammi e il papi» a Natale, insieme a zia Carla e al resto della famiglia. Meno di un mese e mezzo fa, quando la gioia di stare di nuovo insieme aveva fatto passare in secondo piano tutti i problemi. Un serenità che adesso pare lontanissima, un dolce ricordo che gli eventi dell’ultimo mese ora rendono amaro. 

Giallo di Bolzano, emergono ogni giorno dettagli nuovi

Nella giornata di ieri, 7 febbraio, si è saputo il motivo per cui gli inquirenti hanno deciso di chiedere l’abbassamento della portata dell’Adige.

Una decisione illuminata visto che proprio grazie a questo si è riusciti a trovare il corpo di Laura Perselli. Sarebbe stato il ritrovamento di mercoledì scorso nelle acque dell’Adige degli scarponcini grigi di Peter – è stato proprio il figlio Benno a dire che il papà nell’ormai tristemente famoso 4 gennaio era uscito di casa con quelle scarpe – ad aver definitivamente convinto gli inquirenti che i corpi dei due pensionati scomparsi dal 4 gennaio scorso si trovavano nel fiume.

Proprio il giorno successivo, la procura ha convocato una riunione con i rappresentanti delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e degli altri soggetti impegnati nelle ricerche per chiedere la riduzione della portata del fiume. 

La conferma della Procura

La conferma che il corpo stata avvistato sabato 6 febbraio verso le 9.50 in un’ansa del fiume qualche centinaia di metri a nord del ponte di San Floriano, poco distante dall’abitato di Laghetti, nel comune di Egna, era quello della moglie di Peter è arrivata nel tardo pomeriggio di sabato 6 febbraio dalla Procura. “I familiari – questa la sua nota – hanno riconosciuto alcuni effetti personali rinvenuti come appartenenti a Laura Perselli. Nelle prossime ore verrà effettuato l’esame del Dna per avere un riscontro scientifico dell’identità della salma. Per accertare l’esatta causa della morte verrà anche effettuata l’autopsia. Ulteriori informazioni verranno date all’esito dell’esame autoptico”.

Stop alle ricerche

Fino a martedì 9 febbraio non si saranno ulteriori ricerche nell’Adige. Le cattive condizioni meteo hanno sospeso forzatamente le operazioni dei vigili del fuoco e delle altre forze impegnate da sabato scorso nella ricerca dei corpi della coppia scomparsa a Bolzano il 4 gennaio.

Il ritrovamento del corpo di Laura Perselli

L’abbassamento del fiume ha consentito una più agevole ricerca nella corrente del fiume. La salma è stata trasportata all’ospedale di Bolzano. Alle ricerche, sia in territorio altoatesino che trentino, hanno partecipato centinaia di persone. Le stesse che nelle scorse settimane Carla Perselli, sorella di Laura, aveva ringraziato attraverso le colonne dell’Alto Adige. Che qualcosa stesse per succedere lo si è capito già verso le 10 di sabato 6 febbraio. Nei pressi di Egna l’area circostante in cui è stato trovato il corpo è stata blindata. La prima voce che il corpo trovato era quello di Laura Perselli è iniziata a circolare verso l’ora di pranzo. Le ricerche ora proseguono: c’è da trovare il corpo di Peter.

IL GIALLO DI BOLZANO

Spariti da un mese

Spariti nel nulla. Da un mese. Anche le ultime ricerche fatte negli ultimi giorni, addirittura nel giardino dell’appartamento della coppia scomparsa in via Castel Roncolo, non hanno dato alcun risultato. Di Laura Perselli e del marito Peter Neumair, non si sa nulla. L’unica certezza in una vicenda che di certezze ne ha pochissime, per non dire nessuna, è che il figlio Benno è in carcere con una doppia pesante accusa: duplice omicidio e occultamento di cadavere.

La famiglia

Laura Perselli, 68 anni, e Peter Neumair, 63, vivono in un'elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo. Hanno due figli. Benno, 30 anni, che vive con loro, e Madè, 26 anni, laureata in medicina e specializzanda in ortopedia a Monaco. Da quanto emerso nelle giornate successive alla scomparsa, i rapporti tra Benno e i genitori, in particolare il padre, non sono facili. La mamma, in alcuni messaggi, aveva espresso a delle amiche la preoccupazione per una situazione che stava diventando sempre più pesante.

La scomparsa

Tutto parte da via Castel Roncolo 22, lunedì 4 gennaio. Tutto parte dalla bella casa in cui Laura e Peter vivono, in uno delle zone più prestigiose della città. Da lì, i coniugi sono usciti prima di scomparire. Sono usciti a piedi: Peter con il cellulare in tasca, Laura con il cellulare e la borsa.

L’allarme

A lanciare l'allarme è stata, nel pomeriggio del giorno successivo alla scomparsa, la figlia Madè, che non riusciva a contattare la mamma, con cui si sente tutti i giorni. Ai carabinieri Benno ha riferito di non essersi accorto dell'assenza dei genitori perché aveva passato la serata e la notte di lunedì con un'amica. E la ragazza ha confermato le dichiarazione del giovane. Mercoledì 6 gennaio mattina, scattano le ricerche sulle rive dell'Isarco e sul Renon, dove Laura e Peter vanno spesso per camminare e compiere escursioni.

Telefoni spenti

I telefoni cellulari della coppia bolzanina scomparsa nel nulla sono stati spenti (o comunque hanno cessato di funzionare) tre le 21 e le 22 di lunedì 4 gennaio, non nella prima serata come era trapelato in un primo momento. È un dato tecnico che rende ancora più misterioso e complicato il caso.

Le ricerche

Da subito sono partite le ricerche dei coniugi: nella casa di Bolzano, sul Resia, nell’Adige – sia in territorio trentino che altoatesino – con l’ausilio di droni, cani molecolari e con un dispiegamento di forze mai visto: straordinario il lavoro anche dei Vigili del fuoco, che anche negli ultimi giorni stanno continuando a cercare di ritrovare i corpi di Laura e Peter. Sul campo sono poi entrati gli uomini del Ris di Parma che hanno trovato su un ponte sull’Adige nei pressi di Vadena del sangue: sarebbe del papà di Benno.

Il giallo delle bottiglie di acqua ossigenata

Il 3 febbraio sono emersi nuovi dettagli sul sopralluogo effettuato martedì nella casa di via Castel Roncolo: i Ris hanno cercato delle tracce che Benno, secondo l'accusa, avrebbe cercato di cancellare utilizzando dell'acqua ossigenata. Una prima bottiglia di acqua ossigenata era stata trovata dagli inquirenti nel bagagliaio della Volvo, fermata mentre stava per entrare in un autolavaggio. Al volante c'era Benno, che in quell'occasione era accompagnato da una sua amica, una ventenne che aveva iniziato a frequentare da poco tempo. Questa ragazza è già stata sentita dagli inquirenti come testimone, ma non è indagata. Successivamente gli inquirenti hanno scoperto che Benno avrebbe acquistato una seconda bottiglia di acqua ossigenata e sospettano che questa sia servita per pulire determinate zone dell'appartamento, ovviamente prima che questo venisse posto sotto sequestro e che il trentenne fosse indagato.

Le accuse della Procura

L'ipotesi degli inquirenti è che dopo avere ucciso i genitori - nell'appartemento attiguo a quello dove i tre vivevano - e dopo averli caricati sulla Volvo V70 di famiglia - il 30 enne si sia liberato dei corpi gettandoli nell'Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi. È lì che il 22 gennaio i carabinieri trovano una traccia di sangue: le analisi del Ris accertano che il sangue è di Peter Neumair.

I pm Igor Secco e Federica Iovene sono convinti che Benno abbia lanciato nel fiume i cadaveri dei genitori prima di andare a casa dell'amica Martina è lì che trascorre la notte tra 4 e 5 gennaio. "Veniva sempre con i mezzi, quella sera invece è venuto in macchina", dice la ragazza ai carabinieri. Un particolare ritenuto interessante nella ricostruzione del duplice omicidio. E aggiunge: "Gli ho lavato i vestiti".

Benno si difende

Secondo quanto afferma Benno, lunedì 4 gennaio – data della sparizione dei genitori – egli si sarebbe recato in un luogo isolato, un laghetto frequentato solo da pescatori, per rilassarsi. Benno ha cercato così di giustificare il lasso di tempo intercorso fra le 21 e pochi minuti prima delle 22, quando la sua auto – una Volvo station wagon – è stata ripresa dalle telecamere stradali. Circa quaranta minuti in cui l’uomo aveva anche lo smartphone spento, quindi irrintracciabile. Proprio negli stessi attimi anche i cellulari dei genitori venivano spenti per sempre.

La svolta

Benno Neumair si è costituito nella notte, tra il 28 e il 29 gennaio, ma non ha confessato ed è al momento sottoposto a fermo di indiziato di delitto. I suoi legali sono certi della sua estraneità ai fatti contestati.

Arriva il genetista del caso Gambirasio

La giudice per le indagini preliminari Carla Scheidle ha deciso di incaricare come perito del caso Neumair il genetista Emiliano Giardina, dell'Università di Roma Tor Vergata, noto in tutta Italia per le sue perizie di ricerca e verifica di tracce biologiche in numerosi casi di cronaca, tra i quali gli omicidi di Yara Gambirasio e di Meredith Kercher.

Giardina ha già partecipato ad un processo a Bolzano, in veste di perito della Wada sul caso del presunto doping di Alex Schwazer. Giardina verrà nominato dal gip come perito nell'incidente probatorio per le analisi biologiche, mentre quelle informatiche saranno affidate a Litiano Piccin, dell'Università di Bologna. L'incarico verrà formalmente assegnato dalla giudice ai due periti l'11 febbraio.

Martedì 9 febbraio, con inizio alle 15, si svolgerà invece l'udienza del Tribunale del riesame, richiesta dalla difesa contro l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Benno Neumair, che si trova in carcere con l'accusa di omicido e occultamento dei cadaveri dei suoi genitori. Peter Neumair e Laura Perselli sono scomparsi nel nulla esattamente un mese fa, il 4 gennaio.

 













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