le reazioni 

Un botto e una nuvola di fumo il brutto risveglio dei darzesi

DARZO. Quattro e dieci di mattina. Una fragorosa esplosione squarcia la quiete delle ore che precedono l'alba a Darzo, frazione del Comune di Storo. Una scossa, un violento spostamento d'aria e una...


di Stefano Marini


DARZO. Quattro e dieci di mattina. Una fragorosa esplosione squarcia la quiete delle ore che precedono l'alba a Darzo, frazione del Comune di Storo. Una scossa, un violento spostamento d'aria e una nuvola di denso fumo bianco si alzano dalla sede della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. La banca è situata proprio accanto alla statale del Caffaro, incastonata da tempo immemore in un caseggiato ad uso civile. Gli abitanti del paese, risvegliati di soprassalto, pensano ad un incidente, qualcuno ad una bombola del gas esplosa. Attimi di confusione, paura, smarrimento. Passano 3 minuti circa e un camion sfreccia "a razzo" sulla statale. L'allarme della filiale ulula all'impazzata seguito di lì a poco dal rumore di altre sirene. Carabinieri e vigili del fuoco. Le forze dell'ordine accorrono sul posto e la realtà dei fatti si fa lampante. Rapina tramite esplosivo, utilizzato per far saltare in aria il bancomat dell'istituto di credito.

Questi i fatti della notte a Darzo come vissuti dagli abitanti del paese. Non certo quello che si può definire "furto con destrezza" ma le tempistiche i ladri devono averle studiate bene visto che si sono dileguati giusto in tempo facendo, almeno per il momento, perdere le loro tracce. Qualcuno però li ha visti, anche se, dato l'orario e la concitazione del momento, non con l'accuratezza necessaria a riconoscerli. Si parla di 4 individui, di un camion telonato in sosta nel vicino largo Antonio Rosmini. A quanto dicono alcune delle persone che abitano nei pressi della banca, i criminali, armati di una sorta di "putrella" si sarebbero prima accaniti contro le porte a vetro che fungevano da ingresso al locale bancomat e, guadagnato l'ingresso, avrebbero oscurato le telecamere e depositato una sorta di scatola di fronte all'emettitore di denaro. Facile intuire fosse l'esplosivo che ha originato il botto.

A ore di distanza dall'accaduto la popolazione pare aver recuperato la calma. Qualcuno ricorda come non più tardi dell'anno scorso lo stesso bancomat fosse già stato oggetto di un tentativo di rapina. I ladri tentarono di utilizzare un furgone per strappare via il macchinario, col solo risultato di spezzare il cavo che stavano utilizzando. Poi abbandonarono il furgone, rubato nel Veronese, in via San Giovanni a Darzo con tanto di finestrini abbassati e lì rimase per 3 giorni prima che ci si rendesse conto che era proprio quello utilizzato per il tentativo di rapina. Dilettanti al confronto di chi ha "operato" ieri mattina con tanto di esplosivo, ma il risultato è stato lo stesso perché le scatole blindate col denaro sono rimaste fuori dalla loro portata. Alla fine restano danni, la levataccia cui i rapinatori hanno costretto mezzo paese di Darzo e gli ovvi disagi per i clienti della Cassa Rurale.













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