Troppe impurità nei rifiuti calotte strette ai cassonetti 

Tione, la Comunità delle Giudicarie annuncia modifiche ai contenitori Castellani: «La differenziata supera l’80%. Ma scende per le troppe scorie»


di Stefano Marini


TIONE. All'apparenza il dato della raccolta differenziata in Giudicarie è buono. In realtà la quantità della differenziata è alta ma purtroppo non si può dire lo stesso della sua qualità. Gli uffici della Comunità di Valle hanno ben presente il problema, tanto che il 30 gennaio scorso il responsabile del servizio igiene ambientale, Ivan Maria Castellani ha inviato ai Comuni delle Giudicarie una lettera in cui si annunciano modifiche ai contenitori per la raccolta dei rifiuti urbani. Obiettivo: restringere le "bocche" dei cassonetti in modo da rendere difficoltoso se non impossibile gettare di tutto laddove non andrebbe messo.

Un provvedimento spiegato così dallo stesso ingegner Castellani: «In Giudicarie i cittadini gettano i rifiuti nelle isole ecologiche pubbliche - afferma il tecnico della Comunità - i sacchetti del residuo vanno in contenitori provvisti di una calotta che si apre tramite chiavetta magnetica in modo tale da addebitare l'operazione. I cassonetti della raccolta differenziata invece sono liberi. E qui c'è il problema. Nominalmente la differenziata in Giudicarie supera l'80% della raccolta rifiuti. Sarebbe un eccellente valore visto che l'obbligo di legge è al 65%. Se però teniamo conto delle impurità il dato raggiunge a malapena il 70%».

Senza tanti giri di parole, siccome il generico si paga qualcuno butta la spazzatura nei contenitori della differenziata: «La qualità della raccolta del multimateriale (plastica e allumino ndr) è molto bassa, con una media di impurità del 43% e punte anche del 50% - continua Castellani - l'umido invece ha oltre il 15% di impurità. Il dato è grave perché l'umido deve essere puro, visto che lo portiamo a Bergamo perché diventi compostaggio. Siccome con le impurità ci verrebbe respinto e quindi dovremmo anche pagare per il viaggio a vuoto, abbiamo dovuto installare un vaglio che ci consenta di ripulire il materiale prima di conferirlo. L'operazione costa 20 euro alla tonnellata di umido e in Giudicarie se ne producono 4.500 tonnellate l'anno. Fa 90 mila euro l'anno. Costi che non dovremmo sostenere se si differenziasse bene a monte. Non è finita: c'è anche lo smaltimento di tutte le impurità dalle altre categorie di materiale presso la discarica provinciale che costa 160 euro la tonnellata. Di fatto paghiamo dove potremmo guadagnare. Ad esempio, se la plastica fosse "pulita" come vuole il consorzio "Corepla" riusciremmo ad avere entrate per 200 euro la tonnellata circa. Ora come ora invece non prendiamo una lira perché siamo oltre il livello di impurità previsto. La raccolta del vetro va bene mentre sulla carta ancora ci sono introiti ma il dato è in peggioramento. Riteniamo che questi fenomeni siano incentivati dalla forma dei contenitori. Quelli dell'umido ad esempio sono molto grandi e così qualcuno può riuscire a buttarci anche dei copertoni, come infatti è successo. Con imboccature strette invece certe operazioni risulteranno più difficoltose. Abbiamo sperimentato il nuovo sistema nel Comune di Porte Rendena ed è andato molto bene. Per questo stiamo iniziando la sostituzione dei contenitori e le operazioni termineranno in un anno e mezzo circa. Quanto al rischio che i rifiuti vengano abbandonati per strada; c'è ma stimiamo sia meno penalizzante di quanto avviene ora».

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