Sullo Chalet Ferrari si scia oggi come settant’anni fa 

Madonna di Campiglio. Due nevicate record fermate dall’obiettivo dei fotografi: nel 1951  nei rullini del “Bisti” da Venezia poi campigliano doc, nel 2021 nelle tecnologie digitali di altri Bisti



Madonna di campiglio. Passato e presente. Settant’anni in mezzo. Febbraio 1951: la seconda guerra mondiale si era conclusa da pochi anni e a Madonna di Campiglio, sommersa dalla neve nell’inverno più nevoso del Novecento (24 i metri di coltre bianca arrivata dal cielo), si guardava con speranza e positività al futuro. Gennaio 2021: il mondo sta lottando contro una subdola pandemia e a Madonna di Campiglio la vita è sospesa nel tempo dell’incertezza, ma sempre vissuta con l'ottimismo per il tempo che verrà.

Era il 1951

«Quando arrivò l’inverno 1950/51 – come si legge e si vede nelle splendide pagine di “Nevicate, disgeli, fatti e personaggi” (autore Paolo Luconi Bisti, Antolini Editore, 2004) – il “Bisti”, fotografo di Venezia, era arrivato a Campiglio da poco più di un paio d’anni. Fu una fortuna: durante quell’indimenticabile inverno Campiglio fu letteralmente sommersa dalla neve. La strada per Pinzolo rimase chiusa 47 giorni. Un evento tanto unico (mai più ripetuto) quanto effimero come la sostanza che lo creò, la neve appunto. Con la sua inseparabile Leica 35 mm il “Bisti” lo fermò per sempre, cogliendo alcune tra le più straordinarie immagini mai realizzate della località, in breve diventate a tutti gli effetti una parte imprescindibile del suo patrimonio storico. Una fra tutte: il Fino Serafini – maestro di sci e nota guida alpina – che scende dal tetto dello Chalet Ferrari».

Oggi, 2021

Complice la grande nevicata di questa prima parte dell’inverno, con oltre 6 metri di neve finora caduta (ad oggi, al rifugio Graffer si misurano al suolo 2 metri e 7 centimetri di neve, in centro a Campiglio 1 metro e 60 centimetri), si è colta l’occasione per documentare la straordinarietà delle nevicate susseguitesi una dopo l’altra attraverso la riproposta della stessa fotografia, scattata settant’anni dopo.

Sul tetto dello chalet della famiglia Zanon-Ferrari, Fino Serafini, con i suoi sci di legno e una discesa tanto lineare quanto semplice, ha lasciato il posto a tre giovani professionisti del freestyle e della tavola: Luca Girardi, Alessandro Bonapace e Andrea Conci. In piazza Righi, non c’è più Giovanni Battista Luconi (il “Bisti”), il fotografo di Venezia arrivato a Madonna di Campiglio nel secondo dopoguerra, ma una nuova generazione di fotografi e videomaker che immortala i giovani rider saltare dal tetto dello Chalet Ferrari sui metri di soffice neve accumulatasi nella piazza al centro della località.













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