Morte di Bindo, incredulità e lacrime 

Darzo, la procura apre un fascicolo per “omicidio colposo contro ignoti”. Oggi alle 14.30 i funerali. Il cordoglio della Cgil


di Aldo Pasquazzo


DARZO. Si svolgeranno oggi, alle 15.30, a Darzo i funerali di Marco Bindo deceduto martedì a seguito una caduta, presumibilmente avvenuta lungo la tromba delle scale tra primo e pianoterra, durante una ricognizione all'interno dell'edificio ex Barambana, fra Storo e Darzo. Una fatalità. Per tutta la giornata di ieri, comunque, una interminabile coda di persone si è incamminata verso la camera mortuaria della casa di riposo Villa San Lorenzo di Storo dove la salma di Marco è stata composta. Un andirivieni continuo di amici e conoscenti che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza ai famigliari. Anche la Cgil del Trentino esprime vicinanza alla famiglia di Marco Bindo: «In questo momento il nostro pensiero va alla moglie, ai figli e a tutte le persone che erano più vicine al lavoratore - scrivono - Cgil del Trentino mette a disposizione della famiglia tutti i servizi di assistenza e tutela di cui dispone il sindacato.»

Marco Bindo era molto conosciuto, sia nelle Giudicarie come nel Chiese, nella sua Rendena e nella zona di Tione. Assai apprezzata e stimata anche la moglie Roberta, dalla quale aveva avuto due figli, ora in età scolastica, e che da anni lavora come impiegata in uno dei vari uffici all'ospedale di Tione. Moglie già colpita da una tragedia familiare in passato: anche il padre Narciso aveva perso la vita sul lavoro. Marco Bindo aveva compiuto 46 anni. Era originario di Pinzolo, dove con il fratello Franco aveva studio e sempre nel capoluogo d'alta Rendena era stato per il passato impegnato non solo in ambito istituzionale ma anche quale responsabile locale del settore rifugi e bivacchi nonché membro del Soccorso alpino.

Sul fronte delle indagini in procura di Trento è stato aperto un fascicolo per “omicidio colposo contro ignoti”. Un atto dovuto. Per ricostruire la dinamica dell’accaduto e chiarire alcuni aspetti, come il conferimento dell’incarico. Bindo infatti era il direttore dei lavori e il progettista della riqualificazione dell’ex Barambana. I rilievi espletati da parte degli ispettori del lavoro, carabinieri di Pieve di Bono e Storo supportati dal corpo di polizia locale, sembrano al momento confermare la tesi della fatalità. Le circostanze che hanno determinato la disgrazia, dove peraltro non ci sono testimoni, sembrano essere quelle già anticipate: cioè che il professionista, per verificare delle misure, abbia perso l'aquilibrio e sia caduto, di schiena, riportando gravi lesioni con conseguente emorragia interna. La conferma arriverebbe anche dall’esame esterno effettuato dal medico. «Al momento - spiegano sia il comandante della Compagnia carabinieri di Riva del Garda, capitano Marcello Capodiferro, sia il dirigente del corpo di polizia locale Stefano Bertuzzi - sono al lavoro gli ispettori provinciali del lavoro che devono espletare le verifiche del caso ed eventualmente chiederne il sequestro del caseggiato».

La struttura, che stava per essere sottoposta ad interventi migliorativi studiati e progettati dallo stesso Bindo, ora potrebbe subire anche dei comprensibili ritardi precauzionali circa l'inizio dei lavori che, almeno preventivamente, sarebbero dovuti iniziare in primavera per poi essere ultimati a dicembre. Questi erano gli intendimenti dei fratelli Berardi, da poco proprietari dello stabile, all'interno del quale è prevista la trasformazione utile a ricavare un rinnovato ristorante – pizzeria.













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