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Lo chef Valerio: «Non ho mai querelato Raspelli»

BONDONE. Lo scontro che da anni oppone il critico gastronomico de La Stampa di Torino e conduttore TV Edoardo Raspelli e lo chef trentino Walter Valerio si arricchisce di un nuovo capitolo. Lo chef...



BONDONE. Lo scontro che da anni oppone il critico gastronomico de La Stampa di Torino e conduttore TV Edoardo Raspelli e lo chef trentino Walter Valerio si arricchisce di un nuovo capitolo. Lo chef originario di Bondone precisa di «non aver mai querelato Raspelli per diffamazione e come la sconfitta subita in primo grado al tribunale di Milano riguardasse una causa civile su una richiesta di risarcimento, decisione contro la quale Valerio ha già fatto ricorso».

Gli avvocati di Valerio sottolineano che mai alcuna querela per diffamazione sia stata presentata da parte del loro assistito nei confronti di Edoardo Raspelli, e di conseguenza non ci può essere stata «alcuna assoluzione in favore del noto critico gastronomico in seno ad un giudizio penale in realtà mai nei suoi confronti incardinatosi».

I legali (gli avvocati Marco Salvaterra, Marco Fusaro e Manuel Zanella) aggiungono che: «Il nostro assistito, inveridicamente dipinto dal signor Raspelli sulla stampa nazionale quale diffamatore per il tramite di un’intervista rilasciata, in data 21.05.2009, al periodico “Di Tutto”, nel corso dell’anno 2015 ha infatti azionato un giudizio – in sede civile – al fine di vedere ristorato il pregiudizio arrecato al proprio onore ed alla propria reputazione dalla falsa rappresentazione dei fatti offerta dal signor Raspelli nell’ambito della succitata intervista. Da ciò conseguentemente deriva che alcuna pronuncia assolutoria sia stata mai emessa da parte del Tribunale di Milano in favore del signor Raspelli, in quanto giudicante nella veste di Giudice civile. La Sentenza del Giudice di prime cure ha semplicemente rigettato la domanda risarcitoria avanzata dal nostro patrocinato ed è stata già impugnata dal signor Valerio innanzi alla Corte d’appello di Milano al fine di consentire al medesimo di ottenere giusto ristoro per il pregiudizio subito». (s.m.)













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