la petizione di “amici della terra” 

Lago d’Idro, Trento alza il muro 

Documento provinciale: «Gestione acque, ente paritetico inutile»


di Sergio Marini


VALLE DEL CHIESE. Nella battaglia per la gestione delle acque del fiume Chiese e del lago d’Idro la Provincia di Trento assume una posizione interlocutoria. Il 20 marzo è stato depositato nella Terza commissione permanente del Consiglio provinciale un “Promemoria per il Lago d’Idro” a firma di Fabio Berlanda, dirigente dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia. Si tratta del la posizione dell'assessorato provinciale rispetto alla petizione “Salvaguardia ambientale delle risorse idriche dell'intero bacino del fiume Chiese e del lago d'Idro”, forte di 1.259 firme, presentata a fine febbraio dall’associazione “Amici della Terra - Lago d’Idro Valle Sabbia” al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti e che verrà discussa martedì 10 aprile in Commissione.

Se i sottoscrittori si aspettavano che la Provincia si schierasse senza se e senza ma dalla loro parte, le loro speranze sono rimaste deluse. Da un lato la Provincia di Trento critica infatti l’utilizzo delle acque ad uso irriguo praticato nella bassa bresciana e mantovana, che ritiene «talvolta esercitati in maniera poco efficiente». Dall'altro, pur rivendicando passi avanti nell'ottica del contenimento delle variazioni dei livelli del lago, dà per scontato che le opere di regolazione del lago d’Idro, volute dalla Regione Lombardia e avversate dagli “Amici della Terra” verranno portate a conclusione. Appare quindi chiaro come l'attuale escursione dei livelli, fissata in via provvisoria tra quota 368,50 e 367,20 metri sul livello del mare, sia destinata a venir ridiscussa e portata nuovamente a ad un’escursione potenziale di oltre 3 metri entro la fine del 2020.

La Provincia inoltre risponde picche a un’altra richiesta dei firmatari della petizione. Questi volevano infatti l’istituzione di un ente paritetico terzo rispetto al Comitato d’indirizzo sulla gestione delle acque, in modo da tutelare al meglio anche gli interessi dei territori rivieraschi, oggi schiacciati fra quelli degli agricoltori lombardi e le esigenze delle centrali idroelettriche trentine e bresciane. A tal proposito si era registrata anche un'apertura da parte del ministro dell’ambiente Galletti, che aveva subordinato la possibilità di istituirlo alla volontà degli enti locali. A tal proposito la risposta di Berlanda è esplicita (e pure in grassetto), laddove scrive: «Si ritiene che il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio possa avvenire senza l’istituzione di un ente paritetico, bensì in seguito ad un percorso informativo di illustrazione delle decisioni del Comitato d’indirizzo».













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