il documento del comitato salvarnò 

«La Val di Breguzzo diventi area protetta»

GIUDICARIE. «Appare evidente che la Val di Breguzzo abbia tutte le carte in regola per meritare il riconoscimento di area protetta da parte del Parco Adamello Brenta su una porzione di territorio che...



GIUDICARIE. «Appare evidente che la Val di Breguzzo abbia tutte le carte in regola per meritare il riconoscimento di area protetta da parte del Parco Adamello Brenta su una porzione di territorio che si ritiene di grande valenza ambientale e naturalistica, una volontà portata avanti con determinazione ad iniziare dal 2009, ma che trae origine dagli albori della storia del Parco, quando l’insigne studioso e protezionista Gian Giacomo Gallarati Scotti, nel 1943 proponeva la val di Breguzzo come luogo ideale per l’istituzione di una riserva naturale definendola “selvaggia Val di Breguzzo, una delle più tipiche vallate alpine per la sua genuina, incontaminata bellezza”. Ora che il Parco Adamello Brenta è diventato il riferimento più importante per la salvaguardia del territorio montano, ci auguriamo che l’obiettivo del suo operare stia nel grande insegnamento di Giacomo Gallarati Scotti: “amministrare saviamente e per il bene di tutto un popolo il bene di tutti”».

Si possono riassumere così, con il paragrafo conclusivo di un lungo documento, pensierI e speranze del Comitato Salvarnò. Un documento che ripercorre la storia dei territori della Val di Breguzzo che domani saranno oggetto della decisione da parte del Parco Adamello di Brenta di far diventare un’area protetta una porzione di 534 ettari di territorio.

Una decisione che, se adottata, farebbe saltare la contesta realizzazione di una centralina elettrica da parte della Peasure srl lungo il percorso del torrente Anrò. (s.m.)













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