“La grande prua” brilla e fa sognare nella piazzetta

madonna di campiglio. Appaiono due grandi personaggi oggi nella piazzetta Lorenzetti in centro a Madonna di Campiglio. A 27 anni dalla sua morte, Federico Fellini rivive simbolicamente con la...


Giorgio Dal Bosco


madonna di campiglio. Appaiono due grandi personaggi oggi nella piazzetta Lorenzetti in centro a Madonna di Campiglio. A 27 anni dalla sua morte, Federico Fellini rivive simbolicamente con la scultura “La grande prua”, l'unica copia di quella che spicca nel cimitero di Rimini sopra la sua tomba dentro la quale riposa anche Giulietta Masina, la moglie. Il secondo grandissimo personaggio – 94 anni – è Arnaldo Pomodoro, l’autore di quella scultura che, commissionata dal Comune di Rimini, l'artista creò nel 1995 seguendo l'ispirazione delle sue opere che tutto il mondo ammira. È una geometria di linee che, attraverso soprattutto il bronzo, il materiale preferito nella sua maturità artisitca, dipanano non solo un'armonia esteriore ma scavano l'intimità dell'essere. Su “La grande prua”, lo stesso Arnaldo Pomodoro scrisse tra l'altro: «Il monumento in omaggio a Fellini e in sua memoria, come punto di riferimento sulla Riviera per tutti coloro che l'hanno amato e ancora avranno ammirazione e amore per lui, io l'ho pensato così: con il ricordo visivo della grande metafora o immagine da lui dedicata (sia nel film “E la nave va” sia già in “Amarcord”). La prua della nave sembra tagliare un percorso ideale attraverso la terra, l'acqua, l'aria: rappresenta per me la grandezza e la gloria stessa dell'opera di Fellini».

Ma c'è un terzo personaggio a suggellare idealmente l’ufficializzazione della presenza della scultura a Madonna di Campiglio (sabato 25 e domenica 26) e che va ricordato. È Ermanno Orler, il padre dei fratelli Orler, titolari della galleria locale, ai quali si deve l'acquisto e l'esposizione di questa unica copia della scultura già collocata mercoledì scorso nella piazzetta. Orler fu uno dei grandi amici di Arnaldo Pomodoro e uno dei più convinti estimatori ancor prima che l'artista divenisse il mostro sacro della scultura del Novecento. Spiritualmente li accomunava una visione della vita per certi versi manichea in cui, comunque, il Bene avrebbe vinto sempre e comunque sul Male. L'aneddotica della loro amicizia è molto ricca e testimonia la reciproca stima. Un giorno, ad esempio, avendo dimenticato di firmare un importante lavoro che Orler aveva acquistato, Arnaldo non esitò a bloccare l'autoarticolato con cui veniva ritirato dalla fonderia, salirvi e con l'attrezzatura, sullo stesso cassone del camion, apporvi la firma.

A presentare sabato l'opera con cui gli Orler aprono la stagione espositiva a Madonna di Campiglio saranno Giovanni Faccenda, critico e storico dell'arte, e Davide Basilico, volto televisivo tra i più quotati.













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