Il Coro Sette Torri non si esibirà all’Immacolata

Storo. Si è ormai giunti quasi a fine anno 2020 e per il Coro Sette Torri, come peraltro per tante altre associazioni, è stato un anno caratterizzato dalle restrizioni ben note.«Quello che forse al...



Storo. Si è ormai giunti quasi a fine anno 2020 e per il Coro Sette Torri, come peraltro per tante altre associazioni, è stato un anno caratterizzato dalle restrizioni ben note.

«Quello che forse al momento ci manca di più - dice il presidente Lorenzo Scarpari - è stavolta l'aver dovuto rinunciare all’esibizione del giorno dell'Immacolata, la cui uscita serale, nell’arcipretale a Storo, era divenuta ormai quasi una vera istituzione».

I coristi nel frattempo sono riusciti a effettuare un paio di uscite, nello specifico la prima Pieve di Bono e successivamente a Bezzecca in Valle di Ledro.

Fondato il 20 settembre del 1992 e ora diretto da Omar Cucic, il Sette Torri - che conta meno di venti elementi - ha come presidente Lorenzo Scarpari, che dentro i volt della sua casa paterna, a Storo, ha ricavato una sala ritrovo. Il Sette Torri conta su un repertorio a dir poco storico. Brani e note di impronta popolare, per gran parte in uso nei filò di una volta nonché anche coralità religiose.

«Come coro - aggiunge il segretario, corista e factotum Dario Mottes - si è dovuti rimanere inattivi fino alla fine di giugno, quando abbiamo ripreso le lezioni di canto a settori separati. C’era in noi tanto entusiasmo e voglia di poter organizzare qualche concerto, ma purtroppo ciò non è stato più possibile».

E dopo le restrizioni di questi tempi, sempre legate al Coronavirus, la realtà canora ha dovuto sospendere anche le prove settimanali.

«A metà ottobre - ricorda il maestro Cucic - abbiamo tentato di organizzare un corso di perfezionamento vocale con un insegnante esterno ma anche a questo abbiamo dovuto rinunciare. Non ci restava che svolgere le prove su piattaforma web, così dal 10 novembre ci sentiamo puntualmente due volte in settimana».

La passione dentro il coro abbonda e per non lasciare che il tempo possa cancellare la dedizione che ognuno ha messo in campo si è riusciti, nonostante tutto, a organizzare la consueta gita sociale andando a visitare i castelli dell’Alto Adige. A.P.

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