Fondo ex caseificio di Darzo è il giorno della resa dei conti 

Il referendum. Dalle 18 alle 22 i residenti della frazione di Storo decideranno il destino dei 100 mila euro. Due ipotesi: l’impiego per valorizzare il sito dell’ex miniera di Marigole o l’utilizzo da parte del Comune per piccoli lavori pubblici


Stefano Marini


Storo. Il destino del "fondo ex caseificio di Darzo" si conoscerà dopo le 22 di stasera. A determinarlo col loro voto saranno gli abitanti della frazione storese, che potranno recarsi alle urne presenti nella locale casa sociale dalle 18 alle 22. La consultazione, indetta dall'amministrazione comunale per assegnare i circa 100 mila euro del fondo ottenuto dall'esproprio della vecchia struttura casearia, prevede 2 opzioni. E, appunto, saranno i residenti a decidere quale verrà adottata. Una prevede di assegnare tutti i soldi all'associazione "Miniere Darzo" per interventi sul sito montano di "Marigole", l’altra invece propone di lasciare la cifra all'amministrazione comunale, la quale si impegna a mettere in campo interventi straordinari a favore dell'abitato di Darzo.

L’opzione “A”

Emanuele Armani, il presidente di "Miniere Darzo" spiega così le ragioni di chi sostiene la prima opzione:«È importante votare "A" per non perdere la storia mineraria del nostro paese e perché il nostro progetto porterà sicuramente delle ricadute positive in termini di lavoro e anche di miglioramento del paese di Darzo. È vero che i progetti a Darzo potrebbero essere tanti ma noi pensiamo che il nostro abbia le caratteristiche per fare da traino. Ci lavoriamo su dal 2005 e sono già state fatte tantissime attività e pubblicazioni, oltre a documentari e raccolta di testimonianze. Il progetto si presta quindi ad aprire canali che vanno oltre le sole visite guidate. Va anche detto che possiamo vantare un patrimonio importante, siamo la realtà trentina che in campo minerario ha più materiale in assoluto. Inoltre è già stato investito molto sia dalla Provincia che dal Comune di Storo per rilanciare le miniere e se dovessimo fermarci sarebbero stati soldi buttati. Ci sono prospettive di crescita. Siamo molto limitati a livello promozionale perché le gallerie non sono visitabili, eppure dal 2009 a oggi abbiamo ricevuto circa 4 mila visitatori, collaborato con 35 scuole e nel solo 2018 i visitatori paganti sono stati circa 600. Spero dunque che la popolazione possa votare per il quesito "A" che è un progetto di sviluppo generativo e non un'attività fine a se stessa. L'alternativa è che tutto si fermi ad una raccolta storica e culturale, però a Darzo ormai è in declino e il nostro progetto potrebbe essere il modo per invertire la rotta».

L'opzione "B"

Non è ufficialmente sostenuta da nessuno, ma può vantare numerosi estimatori che si esprimono tramite social network oppure facendo sentire la propria voce nella comunità. In genere queste persone si attendono che il Comune di Storo investa i 100 mila euro in più progetti di piccole dimensioni. Fra le tante idee circolate ad esempio le proposte dal comandante dei vigili del fuoco di Storo, il darzese Alessandro Giacco che ha suggerito il restauro dell'antica motopompa dei vigili del fuoco di Darzo, cimelio datato addirittura 1896 quando la comunità costituiva ancora Comune a sé oppure il recupero del Fiat 1100 usato dai pompieri di Darzo negli anni '50. Altra possibilità riguarda una sistemazione decorosa del campo da calcio parrocchiale di Darzo, che abbisogna di manutenzioni per fondo, recinzioni e impianto di illuminazione. C'è poi l'idea di investire una cifra per mettere in sicurezza la strada montana che sale verso il sito minerario di "Marigole" e che appartiene all'Asuc locale. Fra gli altri interventi possibili infine, il recupero di un capitello presente nell'area dell'ex stabilimento Maffei, una sistemazione straordinaria del parco giochi o un'ottimizzazione del riscaldamento per la chiesa del paese».













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