Don Marcello, 60 anni di vicinanza alla gente

porte di rendena. Don Marcello Mengarda, parroco di 1.789 anime dei paesi di Verdesina, Villa Rendena, Javrè, Darè e Vigo Rendena, il 2 aprile scorso ha raggiunto il sessantesimo anniversario della...


Walter Facchinelli


porte di rendena. Don Marcello Mengarda, parroco di 1.789 anime dei paesi di Verdesina, Villa Rendena, Javrè, Darè e Vigo Rendena, il 2 aprile scorso ha raggiunto il sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. «Non ho festeggiato - afferma il parroco, riferendosi evidentemente alle limitazioni per l’emergenza Coronavirus -, la festa spirituale con i miei parrocchiani la faremo in giugno». Don Marcello, che per vocazione vive la vicinanza alle persone, in questo periodo di Covid19 è “bloccato” in canonica a Villa Rendena. «Fino a quando è stato possibile - sottolinea - sono stato vicino a malati, anziani e persone che mi chiedevano aiuto spirituale, proponendo loro i sacramenti», ma ormai da diversi giorni per il bene di tutti non è più possibile. Essere parroci al tempo del Coronavirus non è facile «il parroco - ci confessa don Marcello - vive in prima persona la solitudine delle persone che avanza con l’epidemia. Attraverso il telefono ho contatti coi miei parrocchiani, per non lasciare nessuno da solo».

Quest’anziano parroco di 87 anni afferma: «La prima cosa che ho pensato per essere vicino alle persone, è stata quella di far suonare a festa ogni giorno tutte le campane delle chiese». Suonano alle 7 alle 12 e alle 20.30. «Col loro suono, ci invitano a pregare insieme e ottenere la liberazione da questa calamità». Don Marcello l’ha scritto su un avviso affisso sulle porte delle chiese e consegnato nelle Famiglie Cooperative di Vigo Rendena, Javrè e Villa Rendena per esser distribuito ai clienti.

Ora che la settimana santa è iniziata, don Marcello attraverso il tam tam di WhatsApp ha inviato un messaggio di speranza, con l’invito «fate il possibile affinché arrivi a tutte le famiglie delle parrocchie». Nel testo scrive: «Carissimi tutti, quest’anno arrivo a Voi in modo diverso con un augurio particolare. Nonostante la situazione in cui ci troviamo, prepariamoci ad accogliere Gesù che soffre, muore e risorge per dare a noi la salvezza». Guardando al Coronavirus aggiunge: «questa preparazione, purtroppo, deve essere fatta esclusivamente in famiglia. Vi invito perciò a seguire le celebrazioni della settimana santa» e giorno per giorno snocciola i collegamenti col vescovo Lauro Tisi su Telepace Trento (canale 601) e con Papa Francesco su TV 2000, Telepace e altre emittenti. «Facciamo in modo che serva per la santificazione delle nostre famiglie, in questo momento che possiamo dire tragico, invochiamo Gesù che porti un po’ di tranquillità a tutti noi e a tutti i nostri cari».

Per lui, classe 1933, originario di Samone, ordinato sacerdote nel Duomo di Trento da monsignor Carlo de Ferrari il 2 aprile 1960, sono tempi difficili, gli manca il contatto diretto con le persone. «Esorto tutti a non perdere la speranza e la fiducia nel Signore, rivolgiamoci a Lui con la preghiera. Io prego tantissimo per tutti, è l’unica potente arma per ottenere ogni grazia da Dio». E anche se sono stati annullati i momenti di preghiera comunitaria, di catechesi e altre attività pastorali «non trascuriamo la preghiera personale, anzi «riscopriamo - conclude - la gioia di pregare insieme. Sentiamoci veri fratelli, spiritualmente uniti nella preghiera».

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