«Con l’organo restaurato vi regalerò emozioni» 

Storo, Domenico Giovanelli stasera alle 20.30 nella chiesa di San Floriano  eseguirà un programma impegnativo con musiche di Bach, Vivaldi e Bélier


di Stefano Marini


STORO. Inaugurazione in pompa magna alle 20.30 di stasera per il restauro dell'organo della chiesa di San Floriano a Storo. Lo strumento, riportato agli antichi splendori grazie ad un certosino restauro rappresenta un tesoro dal notevole valore artistico e culturale, che va oltre al significato profondo che lo lega alla comunità settaurense.

«L'organo attuale è l'opera 677 di Vincenzo Mascioni - spiega Domenico Giovanelli l'esperto organista alle cui cure è stato assegnato il prezioso strumento musicale - venne inaugurato nel 1953 dal professor Igino Dapreda con la benedizione di Monsignor Eccher. Il restauro è stato realizzato dalla Ditta Mascioni di Varese, la stessa che lo costruì nel 1953. Questo è il quarto strumento del genere che passa da Storo. Nel 1665 venne ultimata la cassa lignea e arrivò il primo organo che era un Antegnati, famosa famiglia di organai bresciani dell'epoca, come desumibile dalla forma della cassa lignea. Più tardi venne sostituito da un organo Benedetti proveniente dalla chiesa di Bagolino e quindi un Tonoli dalla chiesa di Coccaglio, tutti strumenti che vennero adattati di volta in volta alla cassa originale dell'Antegnati, che a sua volta venne probabilmente modificata nel 1881. A differenza dei precedenti che erano meccanici, questo è un organo a trasmissione elettrica, composto da 23 registri. La prima tastiera il "grand'organo" comprende 10 registri, la seconda tastiera, che si chiama "espressivo" ha 9 registri e la pedaliera ne ha 4. Le canne funzionanti sono 1882 alimentate da 3 mantici. È un vero patrimonio storico e culturale, a partire dalla cassa lignea intagliata a mano e dorata, raffigura San Floriano al centro del poggiolo ed è un opera della scuola fantoniana di Andrea Fantoni da Rovetta».

Un tesoro che è stato però necessario restaurare: «Gli organi sono strumenti vivi costruiti in legno metallo e pelle, cioè materiali deteriorabili, pertanto necessitano di manutenzione continua - afferma Giovanelli - quando mi è stato dato l'incarico di organista ho chiesto che l'organo venisse restaurato, perché versava in cattive condizioni. Oggi il suono dell'organo è tornato ad essere ottimo grazie al lavoro della ditta Mascioni. Il tutto è costato 80 mila euro raccolti col sostegno del Comune di Storo, del Bim del Chiese, della Provincia e della Cei, oltre che ai tantissimi fedeli che hanno contribuito a livello individuale».

Le potenzialità dello strumento rimesso a nuovo si esplicheranno stasera con un programma impegnativo: «Suonerò il n° 1 in Do maggiore degli 8 piccoli preludi e fughe di Johann Sebastian Bach, l'Adagio dal concerto per violino in Sol minore di Antonio Vivaldi e la Toccata per Grand' Organo in Re minore di Gaston Bélier. Tre differenti stili di musica per organo per tre combinazioni di registri. Ci saranno poi anche dimostrazioni pratiche proposte con improvvisazioni dal professor Paolo Delama».

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