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«Accorpamento ambulatori? No» 

Castellini, coordinatrice di Agire, attacca la decisione dell’Azienda



STORO E BORGO CHIESE. Da tempo si vocifera sull’accorpamento degli ambulatori nella Val del Chiese, ma quelle voci ora lo sembrano confermare. Lo denuncia Grazia Castellini, coordinatrice per le Giudicarie di Agire. «Il progetto - parole sue - risultava talmente folle che nessuno aveva mai dato adito a queste voci. Ebbene l’incapacità gestionale di Zeni è arrivata anche a questo». La Castellini vorrebbe anche conoscere il punto di vista del sindaco di Storo Luca Turinelli e nel contempo attacca: «I vertici della sanità trentina hanno deciso di centralizzare tutti gli ambulatori presso la “Casa della salute” di Storo. Tutto questo, come di loro prassi, nel più assoluto silenzio senza coinvolgere i diretti interessati cioè i medici, che hanno saputo da poco questa novità; ricordiamo che ognuno di loro paga un regolare affitto all’Azienda sanitaria per ogni ambulatorio occupato, ma nonostante questo non sono assolutamente d’accordo su questa linea anche perché si creerebbe una totale confusione nel seguire le patologie dei pazienti e probabilmente in questa centralizzazione si troverebbero a dover accogliere anche persone che non sono nelle loro liste con la conseguenza di non poterle seguire adeguatamente per mancanza di dati precisi».

La numero uno locale di Agire va oltre. «Pier Luigi Gardin, direttore del distretto sanitario Centro Sud, dapprima dubbioso su questa decisione, ha improvvisamente cambiato idea appoggiandola in pieno (non sarà attirato anche lui dai ricchi premi produzione di fine anno come il collega Bordon?). Stessa storia anche per i sindacalisti che seguono la vicenda, all’inizio contrari, ora piegati al volere derivante dall’alto». Castellini è lapidaria. «I medici hanno chiesto un incontro con il dirigente che si terrà presumibilmente a fine maggio e con i sindaci interessati per ribadire il loro dissenso. Anche Agire per il Trentino opporrà drasticamente a questa decisione che ritiene dannosa nei confronti di persone, spesso anziane, che non hanno la possibilità di muoversi in autonomia. Confidiamo nel fatto che il prossimo taglio sia inerente alle poltrone di Zeni&Co, vista la distruzione che si sta perpetuando nei confronti delle nostre esigenze sanitarie». (a.p.)













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