A Praso l’orso banchetta con 4 maiali 

Il plantigrado ha distrutto la recinzione e ha inseguito gli animali. Sconsolato Damiano Filosi, proprietario dell’azienda


di Aldo Pasquazzo


VALDAONE. Quattro maiali, del peso di 80 – 90 chilogrammi ciascuno, sono stati presi a unghiate e uccisi ieri mattina da un esemplare di orso, alla periferia dell’abitato di Praso, all'imbocco della Valle di Daone. Il plantigrado, dopo aver divelto la recinzione, ha inseguito gli animali e uno dopo l'altro, li ha lasciati al suolo, privi di vita. L'ultimo ad essere attaccato è però deceduto qualche ora dopo. L'azienda presa di mira, dislocata al bivio per Sevror e in prossimità del campo sportivo, appartiene a Damiano Filosi, le cui bovine sono in alpeggio già da diversi giorni. A malga Lavanec (territorio catastale di Bersone) si sarebbero dovuti aggregare anche i maiali, ma ieri purtroppo sono diventati pasto nelle fauci dell'orso.

A seguito questa retata la sindaca di Valdaone Ketty Pellizzari non ha perso tempo e da subito ha inviato per scritto le preoccupazioni sue e della gente sia al presidente della Provincia Ugo Rossi sia all'assessore Michele Dallapiccola. Dal canto suo il consigliere provinciale Mario Tonina, presidente della Terza Commissione, fa sapere che in questi due giorni sono in corso audizioni a più livelli al fine di mettere mano alla situazione sia per quanto concerne orsi ma anche lupi. «Alle riunioni - dice l'esponente di Comano - ci sono più realtà a confronto, ambientalisti compresi».

L'orso, con molta probabilità e lo stesso che anche sabato scorso, era apparso prima a Faserno (la Storo alta, tanto per intenderci) e successivamente sempre da queste parti dove poco prima di mezzanotte aveva urtato, sempre in quella tratta, la jeep condotta da Marco Zulberti, presidente della Pro loco di Daone.

«Sono dispiaciuto e preoccupato per l'accaduto - racconta Damiano Filosi, il proprietario degli animali e dell’azienda colpita -. Ero in malga quando un mio vicino all'alba di ieri mi ha informato di quanto si era verificato, al di sotto della provinciale dove tenevo i maiali». «Fare zootecnia è già pesante se poi ci si mette di mezzo l'orso lo diventa ancora di più», aggiunge l'allevatore.

«È una situazione che preoccupa molto, anche a seguito di quanto già si era verificato lo scorso fine settimana. Avanti di questo passo - aggiunge invece Dino Filosi -vivere e abitare in quota invoglia anche noi giovani ad andarsene». Gli fa sponda Cristian Foresti Galliani, presidente del Pieve di Bono calcio, che lavora a Condino ma che pure lui a casa a Sevror. «Avere l'orso sulla porta di casa non penso sia proprio un'attrattiva come qualcuno immagina».

«Si lamentano tanto che i giovani non vogliono più lavorare col bestiame, nell’agricoltura - conclude amareggiato Filosi - ma quando succedono simili eventi si perdono le motivazioni. Qualcosa bisogna fare perché cambi la situazione, altrimenti si rischia lo spopolamento delle montagne».













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