LA STORIA

Giovane bolzanina trova in mare un piatto etrusco 

In vacanza in Puglia. Nadine La Salvia, 20 anni, ex alunna del liceo scientifico Torricelli Consegnato alla guardia costiera. La Sovrintendenza conferma: «Ritrovamento eccezionale»



Bolzano. Vai a farti un bagno durante le agognate vacanze in Puglia a pochi giorni dall’inizio del secondo anno di ingegneria biomedica a Padova e che ti trovi a due metri di profondità sul fondo del mare? Un piatto antico, probabilmente etrusco, minimo greco-romano. È capitato alla ventenne bolzanina Nadine La Salvia, già studentessa del Torricelli, che subito si è consultata col suo ex professore di storia dell’arte, Daniele Vita. Il quale, viste le foto, ha capito trattarsi di qualcosa di antico e le ha consigliato come comportarsi. Recuperato dalla guardia costiera, il piatto è stato consegnato alla sovrintendenza ai beni archeologici, che ha avviato le verifiche, ma le prime impressioni degli esperti confermano: antico, importante.

«Stavo nuotando assieme a un amico, verso un isolotto poco distante dalla costa», racconta Nadine. A un certo punto, «noto una sorta di ciotola sul fondale. Mi è venuta la curiosità di cosa potesse essere, perché si capiva che non era un sasso. Visto che era facilmente prendibile, lo abbiamo recuperato».

I due ragazzi si trovano a Sant’Isidoro, nel Comune di Nardò, in provincia di Lecce. «Dopo aver recuperato il piatto sul fondo, a circa due metri di profondità, già nuotando verso riva il velo di alghe e melma ha iniziato a venire via. E allora siamo riusciti a vedere delle decorazioni in rosso, in parte sbiadite per via dell’acqua marina, e altre nere».

Subito a Nadine è parso qualcosa di prezioso, «e allora lo abbiamo portato fuori dall’acqua». Le è venuto in mente di chiedere al suo ex professore di storia dell’arte e, grazie alle tecnologie digitali, gli ha spedito qualche foto della ciotola. «Gli ho chiesto cosa ne pensasse, perché non essendo un’esperta d’arte non potevo trarre conclusioni su un oggetto, che però mi sembrava proprio qualcosa di antico, di importante. È stato tutto un po’ surreale...»

Il professor Vita conferma: «Sicuramente antico, sicuramente un ritrovamento importante, perché quel tipo di ceramica è di una tipologia che lascia pensare che non sia qualcosa di moderno. Lungo quel tratto di mare che bagna la costa pugliese è facile rinvenire reperti, il problema è capire che tipo di reperto». Quel tipo di piatto, spiega oltre, «potrebbe essere qualcosa di medievale o di più antico, come una vaso etrusco, ossia del più antico popolo italico. Come tipologia potrebbe essere anche greco o romano». Ovviamente, da qualche foto ricevuta via Whatsapp non si possono trarre conclusioni definitive, anche se si propende per il piatto etrusco. «Potrebbe però anche essere un bacino: servivano da ornamento nelle architetture delle cattedrali medioevali, ne abbiamo degli esempi a Pisa, anche se la Puglia è piuttosto distante».

Sia come sia, il profe prosegue: «Mi rende molto fiero che la mia ex studentessa mi abbia contattato per essere guidata nel da farsi. Le ho spiegato il procedimento come imposto dal codice dei beni culturali e paesaggistici, in particolare gli articoli da 90 a 93, sui rinvenimenti fortuiti. Ci sono da rispettare tempistiche, si devono contattare forze dell’ordine, sindaco, sovrintendenza. Nadine è sempre stata brava, piuttosto appassionata della mia materia, sono contento perché la sua è stata una dimostrazione di senso civico».

Nadine prosegue il racconto: «Su consiglio del professore abbiamo contattato la capitaneria di porto. Abbiamo trovato il piatto verso le 2 del pomeriggio, alle 5 abbiamo chiamato le autorità, alle 7 sono venuti a prenderlo, ci hanno chiesto dove lo avevamo trovato, quanto tempo lo avevamo tenuto, se lo avevamo trattato con cautela. Lo abbiamo affidato alla guardia costiera di Gallipoli, che l’ha consegnato alla soprintendenza di Taranto Brindisi e Lecce. Hanno avviato le verifiche e le analisi approfondite, ma ci hanno già comunicato che di sicuro è autentico: antico. Hanno detto che potrebbe avviare nuovi filoni di ricerca archeologica in quel tratto di costa...». Per la datazione esatta occorrerà attendere. Nel frattempo, il 28 iniziano le lezioni a Padova, non si sa ancora bene se duali (presenza più a distanza), ancora senza laboratori. DA.PA













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