la bufera

Ginecologia, da oggi trasferiti il primario Tateo e la dirigente Mereu

Dopo 11 anni e il caso Sara Pedri, il reparto volta pagina: in cinque anni se ne sono andati 12 medici, 3 infermieri e 47 ostetriche



TRENTO. Il caso di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni del S.Chiara scomparsa dal 4 marzo, travolge l'Azienda sanitaria di Trento. Venerdì sera la Giunta provinciale ha nominato Antonio Ferro commissario: ora il direttore del Dipartimento prevenzione avrà il compito di guidare l'Apss dopo che l'ex numero uno, Pier Paolo Benetollo, ha rimesso il proprio mandato.

Intanto, dopo 11 anni di reggenza nel reparto di ostetricia e ginecologia all'ospedale Santa Chiara di Trento - dove aveva lavorato, secondo la famiglia e le colleghe subendo pesanti umiliazioni e pressioni, anche Sara Pedri - il primario Saverio Tateo oggi non era al suo posto. Da questa mattina è infatti scattato il trasferimento del professionista e della dirigente medico Liliana Mereu, come deciso dalla Commissione interna dell'Azienda sanitaria di Trento, che ha raccolto 110 testimonianze ed elementi da cui "emergono fatti oggettivi e una situazione di reparto critica che rendono necessari questi provvedimenti".

Tra il 2016 e il 2021, dal reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, se ne sono andati 12 medici, 3 infermieri e 47 ostetriche. Ora la scomparsa della giovane dottoressa e la ribalta sui media nazionali hanno smosso le acque.

Gli atti della commissione di indagine sono stati inviati all'ufficio procedimenti disciplinari dell'Apss e sono attesi per domani (13 luglio) anche in Procura, dove rimane aperto un fascicolo modello 45, cioè senza indagati né ipotesi di reato.

L'ormai ex direttore generale dell'Apss, Pier Paolo Benetollo, dimessosi per aver rinnovato l'incarico a Tateo lo scorso 7 giugno senza informare la Giunta - come ha dichiarato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti - è stato quindi sostituito con Ferro. Il quale, ricorda la consigliera provinciale dei Verdi, Lucia Coppola, "a giugno aveva dichiarato che, dopo delle verifiche, nel reparto non esistevano grossi problemi. Egli stesso aveva co-firmato la delibera del rinnovo del contratto al primario".

Coppola ha presentato una interrogazione per chiedere se non sarebbe stato più opportuno attuare "una più radicale riforma al sistema di gestione dell'Azienda sanitaria trentina, scegliendo dirigenti del tutto estranei sotto il profilo gestionale a questa vicenda che ha avuto risvolti drammatici per le persone coinvolte".

Critiche alla nomina ad interim arrivano anche dalle organizzazioni sindacali mediche Anaao Assomed e Cimo - Fesmed del Trentino, secondo le quali "desta tuttavia non poche perplessità la scelta di accentrare, ancorché temporaneamente, peculiari e delicate funzioni su un'unica figura". Altrimenti, prosegue la nota, "non si comprende il motivo per cui il legislatore, sia nazionale che locale, abbia a suo tempo ritenuto di distinguere tali funzioni assegnandole a ben distinti soggetti". 













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