Un alberello di ceramica per la Val San Nicolò 

Il progetto. “AlberEl-Il Bosco Incantato” nasce da un’idea della ditta Elel, che devolverà parte del ricavato della vendita per il rimboschimento. Collaborano Asuc Pozza e Museo Ladino


Gilberto Bonani


Valle di fassa. A un anno dalla tempesta Vaia il Museo Ladino di Fassa in collaborazione con l’Asuc (Amministrazione separata usi civici) di Pozza di Fassa e la ditta Elel produttrice di ceramiche dipinte a mano, ha presentato il progetto “AlberEL / Il Bosco Incantato”.

Tutto nasce dall’idea di contribuire concretamente al rimboschimento delle aree danneggiate, in particolare della Val San Nicolò. La società Elel ha infatti deciso di devolvere all’Asuc di Pozza parte del ricavato della vendita di graziosi alberelli in ceramica prodotti e decorati a mano, contribuendo così ai costi di piantumazione prevista nelle zone colpite.

Pezzi unici

Ciascun “AlberEL” è un pezzo unico numerato a cui è associata una ricevuta che attesta la partecipazione all’iniziativa creando un legame personale con il bosco che rinascerà in località “Sauch”, area di bosco in Val San Nicolò individuata dai forestali.

Il Museo Ladino di Fassa ha accolto con entusiasmo l’ iniziativa, che si lega alla sezione museale sul territorio de “L Segat / La Silvicoltura” realizzata in collaborazione con l’Asuc negli spazi adiacenti la segheria frazionale di Meida con lo specifico intento di creare uno spazio didattico per raccontare il bosco e i mestieri legati alla lavorazione del legno. «La sezione staccata di Meida – ha comunicato Daniela Brovadan, conservatrice del museo - si arricchirà anche di immagini e filmati per documentare i danni della tempesta Vaia e la rinascita del bosco». Per l'occasione è stato proiettato, in anteprima, qualche spezzone del filmato dedicato alla sezione de L Segat.

«Lo spazio espositivo di Meida – ha sottolineato Daniela Brovadan – è l'occasione per la collettività di approfondire una delle tematiche di grande attualità e importanza oltre a contribuire concretamente al progetto di riqualificazione del bosco, da sempre fondamentale bene comunitario della valle».

Vaia un anno dopo

L'incontro è servito anche a fare un bilancio a un anno dal terribile evento con Bruno Crosignani, direttore del Distretto Forestale di Cavalese, Celso Rizzi della Stazione di Pozza e con la guardia forestale Michele Chiocchetti. Secondo stime, in Valle di Fassa sono a terra 350 mila metri cubi di alberi di cui solo cento mila sono stati recuperati. Il lavoro sarà ancora lungo ma l'estate piovosa ha conservato il legname. C’è quindi la possibilità di raccogliere dal bosco tronchi d’albero ancora con interesse commerciale. Il controllo assiduo di una serie di trappole per bostrico tipografo, ha fornito dati confortanti. Per ora la presenza del parassita non fa paura.

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