Parmesani: «Lucjan era un vero “gigante buono”» 

Canazei. Il sindaco del centro fassano ha avuto Elezi come dipendente al Rifugio Fredarola «Era sempre disponibile e sorridente con tutti, per me era come un fratello. È parte di noi» 


Valentina Redolfi


Canazei. Anche se i contagi sembrano quotidianamente in calo, la Val di Fassa rimane una delle zone del Trentino più colpite dal Covid19. Fra tutti i Comuni, quello più ferito è quello di Canazei dove i casi positivi sembrano superare il 30% della popolazione. Negli altri Comuni, le percentuali sono inferiori, ma di casi gravi ce ne sono stati e ce ne sono ancora molti. Negli ultimi giorni però l’intera valle è stata scossa in particolare da due decessi: quello di Gaetana Trimarchi, la dottoressa residente a Pozza e di origini messinesi, di 58 anni, e poi quello del giovane cameriere residente a Pozza, di origini albanesi, Lucjan Elezi, di soli 28 anni, uno dei morti più giovani di tutto il Trentino. Come riportato sulla stampa di ieri, il giovane Lucjan era stato ricoverato con Covid 19 all’ospedale di Rovereto e dopo essere migliorato era stato dimesso con cura domiciliare il 22 marzo. Aveva fatto il primo tampone che era risultato negativo, ma durate la mattina dell’altroieri, giorno in cui sarebbe dovuto andare a fare il secondo tampone, si era sentito male. Voleva aspettare di recarsi all’Asl a San Giovanni proprio perché quel giorno avrebbe fatto il secondo tampone obbligatorio, ma non ce l’ha fatta. Per causa di un embolia polmonare è deceduto ieri mattina alle 10 nella sua abitazione a Pozza. I familiari hanno chiamato i soccorsi, è intervenuto anche l’elicottero, ma non c’è stato nulla da fare. Il lutto per la morte di Lucjan ha colpito l’intera valle, dove era conosciuto e benvoluto: da anni lavorava al Rifugio Fredarola al Belvedere, sci-area del Sellaronda con accesso da Canazei e Alba. Il titolare del Rifugio Fredarola è Silvano Parmesani, attuale sindaco di Canazei. Visibilmente affranto, in poche frasi Parmesani ha condiviso con noi il grande valore di Lucjan. «Per noi – ci ha detto ieri Parmesani - è stato devastante, per noi tutti, per me, la mia famiglia e la mia compagna e tutto lo staff del Rifugio Fredarola. Tutti noi gli volevamo bene. È stato un colpo durissimo e siamo davvero tutti molto tristi, speriamo gli venga fatto onore perché se lo merita, era davvero una persona fantastica. Non solamente dal punto di vista lavorativo è stato eccezionale, ma soprattutto come persona: era sempre disponibile e sorridente con tutti, per me era come un fratello. Era davvero “un gigante buono”, come lo hanno definito. Ha lasciato un vuoto incolmabile e resterà sempre con noi, anzi, è già parte di noi».

In tutta la Valle di Fassa, dall’inizio della “reclusione” da Coronavirus, purtroppo è un dato di fatto che non si è sentito altro che un susseguirsi di brutte notizie. Le persone ammalate e ricoverate nelle varie strutture della valle sono state e sono ancora, come in tutta la nazione, molte e le persone decedute, più o meno anziane, tante. Ci hanno lasciato personaggi noti come don Luigi Trottner a Campitello di Fassa, di 86 anni, ma anche persone magari meno pubbliche ma sempre molto care a tutta la comunità, come Lorenzo “Renzo” Dantone, di Gries, di 73 anni, Antonietta Faustini Brunner, di Alba, di 85 anni, Mario Zacchia, di Pozza, di 70 anni, Carolina Micheluzzi Rizzi, di Canazei, di 98 anni.

Ci si consola, ricordando però anche tutti i guariti (con doppio tampone negativo) che un po’ alla volta stanno tornando nelle loro case.

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