Lupo, si muove la politica «Servono contromisure» 

Cavalese, reazioni bipartisan dopo l’attacco del grande predatore alle capre a Masi. La senatrice Testor: «Sia la Provincia a decidere gli interventi»



CAVALESE. Una parte del mondo politico trentino si è subito dato da fare per prendere carta e penna e scrivere interrogazioni, chi in Provincia, chi in consiglio comunale, per condannare l’aggressione e l’uccisione di due capre da parte di uno o più esemplari di lupo, a Malga Bassa, a due passi dalle ultime abitazioni di Masi di Cavalese. Le parole di Alberto Nones, presidente della Società Caprini della Val di Fiemme, attraverso le colonne del nostro giornale, hanno avuto la giusta eco. Ma sempre lo stesso Nones, anche a nome di tutti gli allevatori di montagna, chiede che vengano adottate contromisure di una certa importanza, per frenare le predazioni del lupo. «Si mette a rischio l’esistenza del nostro lavoro», ha detto Nones. «Se decidessimo di abbandonare l’alpeggio, perché non ci sentiamo più sicuri a pascolare con i nostri animali, tutto il sistema ne avrebbe un contraccolpo». A Roma la senatrice di Forza Italia Elena Testor ha presentato un’interrogazione: «Episodi di attacchi agli allevamenti sono sempre più frequenti e non solo nelle zone degli alpeggi - scrive - in Trentino-Alto Adige è improcrastinabile prendere provvedimenti volti a garantire la naturale e normale convivenza della vita in montagna e lo svolgimento delle attività agricole, pastorali e turistiche in presenza dei grandi carnivori, per questo, si rende necessario dare alle Province di Trento e di Bolzano la facoltà di decidere i tempi e i modi di intervento».

Solidarietà è stata espressa ieri dal gruppo di maggioranza dell’Upt provinciale. Pietro De Godenz, Gianpiero Passamani, Mario Tonina hanno espresso in un comunicato stampa «forte vicinanza alla Società allevatori caprini val di Fiemme e agli allevatori che hanno subito nella notte fra domenica e lunedì scorso, a Malga Bassa di Masi di Cavalese, l’ennesimo (in realtà si tratta del primo, in zona, ndr) attacco predatorio ai danni del loro gregge». Gruppo consigliare che «segue da tempo e con molta attenzione le vicende legate al ritorno del lupo e dei grandi carnivori sui nostri pascoli e sui nostri monti». «Siamo convinti - scrivono i tre consiglieri - che sia giunta l’ora di trovare un modo di convivere tra uomo e lupo diverso, anche se sappiamo complesso da identificare, rischiando di minare la presenza delle greggi di pecore e animali da pascoli sui monti del Trentino e dell’Alto Adige». Servono «nuove soluzioni di gestione». I consiglieri provinciali Giacomo Bezzi (Fi) e Alessandro Savoi (Lega) attaccano la Provincia: «Quali politiche intende attivare per contrastare in tempi rapidi una realtà problematica ed evitare un comprensibile abbandono della montagna da parte degli allevatori?», chiedono i due consiglieri del centro destra trentino. Infine Bruna Dalpalù, consigliera comunale di Cavalese aderente al gruppo provinciale Agire per il Trentino, è stata la prima a condannare l’attacco del lupo. Presentando un’interrogazione per chiedere «risposte precise» al Comune e dare «supporto il lavoro degli allevatori e pastori di fronte a questo pericolo», senza avere conseguenze pesantissime sul loro operato. E soprattutto tutelare l’incolumità dei concittadini e turisti. (n.f.)













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