Le persone svantaggiate al centro della Comunità 

Cavalese, l’ente territoriale rafforza la collaborazione con alcune associazioni del territorio per creare percorsi di formazione e di inserimento lavorativo



CAVALESE. La Comunità Territoriale della Val di Fiemme rafforza la collaborazione con alcune associazioni del territorio per creare percorsi di formazione, inserimento lavorativo e acquisizione di maggiore autonomia destinati a giovani e adulti svantaggiati o a rischio emarginazione. Sono tre i protocolli firmati dal Servizio Sociale, in accordo con il Comitato esecutivo della Comunità che ne condivide appieno le finalità, con la cooperativa sociale “Le Rais”, la cooperativa sociale agricola “Terre Altre” e con Anffas. Tre progetti diversi, con target differenti, ma con una finalità condivisa: quella di rendere più autonome, da un punto di vista abitativo, professionale o sociale, le persone coinvolte.

Con la cooperativa sociale agricola Terre Altre è stato sviluppato un progetto di formazione lavoro che coinvolgerà quattro giovani tra i 17 e i 25 anni, che non lavorano né sono impegnati in un percorso scolastico o formativo. I ragazzi saranno impiegati nella attività agricola presso i campi del Vivaio Lagorai di Masi di Cavalese e nella raccolta di piante spontanee. Le attività svolte saranno mirate all’apprendimento dei requisiti propedeutici al lavoro, al recupero e al mantenimento delle competenze acquisite durante il percorso scolastico e al raggiungimento di una maggiore autonomia personale e sociale. Il progetto si svolge in collaborazione con la “Progetto 92”, che collabora da tempo con i Servizi Sociali di Fiemme e che è impegnata nel progetto di socializzazione al lavoro Jobs4NEET, che propone anche uno specifico percorso di agricoltura sociale.

Con “Le Rais” è stato definito un progetto rivolto ad adolescenti e giovani adulti (16-29 anni) che, per problematiche sociali o sanitarie, evidenziano fragilità che impediscono loro di costruirsi un’identità e uno stile di vita di adulto. Attraverso un percorso individuale o organizzato in piccoli gruppi, si punterà a promuovere l’acquisizione di competenze base necessarie a una vita autonoma o semi-autonoma, l’inserimento positivo nel contesto sociale territoriale e la capacità di riconoscere le risorse del territorio. Attenzione verrà posta soprattutto alla gestione dello spazio abitativo, delle attività quotidiane e della cura personale.

La collaborazione con Anffas infine verte sul “Progetto Casa” all’Oasi Mamma Emma a Cavalese, nel desiderio di valorizzare il lascito testamentario dei coniugi Emma March e Mario Vanzo. Una prima fase di sperimentazione ha visto l’accoglienza per 5 fine settimana nell’arco di sei mesi, di 4/5 utenti, che, con la mediazione di un operatore, hanno strutturato e organizzato le loro giornate, così da acquisire maggiore autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane.

Il primo piano di Mamma Emma verrà messo a disposizione per questo tipo di attività due fine settimana al mese. Inoltre, su richiesta di alcune famiglie della valle, l’obiettivo è anche quello di accogliere in forma residenziale, per periodi definiti, gruppi di utenti con disabilità. (l.ch.)













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