Il bullo sospeso da scuola La madre: «Chiedo scusa» 

La lettera. Ha saputo per mail del provvedimento preso a Cavalese dall’Istituto nei confronti del figlio. Una notizia doppiamente grave: anche lei, da giovane, e il figlio maggiore sono stati vittime



Cavalese. Per due volte, in questi ultimi giorni, abbiamo riferito delle segnalazioni relative ad atti di bullismo tra ragazzi che frequentano le scuole medie dell’Istituto comprensivo di Cavalese. Oggi invece ospitiamo la lettera accorata della madre del bullo, che, scoperto, è stato sospeso. Una madre che capisce benissimo cosa si prova a subire le angherie dei coetanei più prepotenti, perché lei stessa, da giovane, ne è stata vittima.

«Scrivo al giornale per chiedere scusa ufficialmente alle mamme e a quei ragazzi che sono stati bullizzati da mio figlio. Lo faccio attraverso il giornale perché non so chi siano, ma mi informerò e poi farò in modo che anche mio figlio chieda scusa a ogni ragazzino che ha trattato male.

Ho saputo solo venerdì, tramite mail, che il ragazzo accusato di bullismo è mio figlio. La cosa mi ha sconvolto e mi ha dato molto fastidio il fatto che insegnanti, dirigenti e altro personale scolastico abbiano visto tutto ma non abbiano parlato. Io ho fatto il “tronzo”, detto in dialetto, avanti e indietro dalla scuola a chiedere informazioni sul comportamento di mio figlio e nessuno dico nessuno si è preso la briga di chiamarmi. Mio figlio è stato sospeso. Non sono arrabbiata per questo, perché se lo merita e pagherà le conseguenze dei suoi atti. Sono arrabbiata perché sono innanzitutto una mamma e sono una donna che ha sul corpo le cicatrici fisiche per il bullismo subito da giovane. Sono una donna ferita dentro e fuori per il bullismo: il bullismo ti colpisce dentro, ti distrugge, ti mangia viva e te lo porti dentro per tutta la vita. Ma non basta. Ho un altro figlio, il maggiore, e anche lui è stato bullizzato, e pesantemente: gli manca un pezzo di lingua in bocca e ha lasciato la scuola per disperazione. Ora sapere di avere un bullo in casa è una ferita ancora più grande. Mi sento così mortificata, così umiliata... vuol dire che io non sono stata capace di insegnare a mio figlio il rispetto, ma lui adesso lo imparerà chiedendo scusa ai ragazzini con cui se l’è presa. Perché queste cose non devono più succedere.

Per tanto tempo contro il bullismo nessuno ha fatto niente. Io ho combattuto da sola la mia battaglia personale a scuola e per questo sono stata messa in un angolo, non mi hanno permesso di dare voce alle mie idee, ogni volta che provavo a parlare venivo zittita, perché “bisogna stare zitti sul bullismo”. Mio figlio ha passato l'inferno a causa del bullismo; io sono andata e tornata dall'inferno a causa del bullismo e pensare che un altro mio figlio stia facendo questo ad altri ragazzini mi lascia senza parole, sconvolta.

Oltre a chiedere scusa ai ragazzini che hanno subito e che stanno subendo, dico loro di parlare, perché non vale la pena per 4 cafoni subire e rovinarsi l'esistenza. Infine vorrei dire che noi siamo mamme, non siamo droni che possono sorvolare e tenere sempre sotto controllo i nostri figli. Grazie per l'ascolto, spero che questa lettera possa essere d'aiuto a qualcuno».













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