Fauna, auto “killer” più del lupo 

Nella riserva di Cavalese nel 2018 investiti 70 caprioli, 39 cervi e 1 muflone. I cacciatori sono 470


di Luciano Chinetti


CAVALESE. La sessione forestale di Cavalese è stata l’occasione per parlare anche della fauna che popola le foreste di Fiemme. E l’ispettore forestale Maurizio Poli ha provveduto a sciorinare i dati riguardanti la consistenza della fauna selvatica nella riserva di Cavalese. I caprioli hanno una consistenza di 246 unità, mentre i cervi sono 118, 52 i camosci, 39 i mufloni. Ma nel corso del 2018 in valle di Fiemme e Fassa ci sono state anche, come ha rilevato l’ispettore Poli, numerose predazioni del lupo che ha ucciso 34 caprioli, 34 mufloni, 8 cervi e 1 stambecco. Le assegnazioni per l’abbattimento da parte dei cacciatori della riserva di Cavalese sono state 70 per il capriolo (abbattuti solo 9) 18 cervi (abbattuti solo 14) e 9 camosci (abbattuti solo 7).

Ma quello che non è riuscito a fare il lupo lo hanno fatto gli automobilisti. Nel 2018 in Fiemme e Fassa sono stati investiti la bellezza di 70 caprioli, 39 cervi e 1 muflone.

Ma l’ispettore forestale ha fornito anche la consistenza complessiva degli animali selvatici esistenti su tutto il territorio di Fiemme, comprese le foreste demaniali di Paneveggio e Cadino. I caprioli risultano pertanto in base al censimento 595, mentre i cervi sono risultati pari a 1.495 unità, i camosci sono 4.152 e i mufloni 776. Gli abbattimenti complessivi sono stati nel 2018 i seguenti: 258 caprioli, 364 cervi, 277 camosci e 84 mufloni.

I cacciatori sul territorio di Fiemme e Fassa sono complessivamente 470, di cui solo 33 presenti nella riserva di Cavalese, guidata dal rettore Giulio Rizzoli.

Numerose sono anche le specie di uccelli acquatici presenti lungo il torrente Avisio e nei bacini artificiali di Stramentizzo di Soraga e nella zona sotto la diga di Stramentizzo. L’11 gennaio scorso, come ha riferito sempre l’ispettore Poli, sono stati avvistati ben 506 germani, 28 aironi, con 9 germanate, alcuni cormorani e 200 merli acquaioli.

Ma l’altro aspetto importante su cui si è fermato l’ispettore forestale è stato quello delle scorribande del lupo. In Fiemme e Fassa infatti è stato accertata senza ombra di dubbio che esistono due branchi stabili: uno nella zona di Paneveggio - passo San Pellegrino con 4 nuovi cuccioli e uno in alta val di Fassa con una cucciolata di 9 piccoli. Nel corso del 2018 sono state per altro ben 18 gli episodi di predazione dei lupi con l’uccisione di 57 caprini, 7 bovini e 14 ovini. L’indennizzo complessivo pagato dalla Provincia è stato solo di 17 mila 500 euro nel 2018 e 21 mila euro nel 2017. Oggi l’unico sistema che riduce o può azzerare le predazioni del lupo, come ha sottolineato l’esperto forestale, sono le recinzioni elettrificate. La Magnifica Comunità per alcuni pascoli d’alta quota ha costruito qualcosa come 8,2 Km di reti con la corrente elettrica. Il costo è stato consistente, ma la Provincia ha finanziato gran parte la spesa.

«Il lupo purtroppo d’ora in poi - ha concluso l’ispettore Poli - costituirà un serio problema sul quale bisognerà continuamente fare i conti. I lupi in Slovenia, in Croazia e in Francia vengono regolarmente abbattuti perché hanno fatto un piano di intervento, mentre in Italia e nel Trentino tutto ancora è fermo e dobbiamo sottostare alle normative europee».

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