«Dolomiti assenti dal logo ufficiale delle Olimpiadi»

Cavalese. Giornali, televisioni e siti internet hanno descritto, e festeggiato, l'assegnazione all'Italia delle prossime Olimpiadi invernali 2026. Purtroppo è nata già la prima pecca, peraltro non da...



Cavalese. Giornali, televisioni e siti internet hanno descritto, e festeggiato, l'assegnazione all'Italia delle prossime Olimpiadi invernali 2026. Purtroppo è nata già la prima pecca, peraltro non da poco in termini di ritorno d'immagine. «Quello che non va – scrive in una nota la consigliera comunale di Cavalese Bruna Dalpalù - sta nel logo: “Olimpiadi 2026: Milano-Cortina”, ignorando completamente il territorio dolomitico. Mi resta naturalmente la speranza che il nome venga cambiato inserendo almeno la dicitura “Dolomiti”, ma su questo, una piccola consolazione mi deriva dal comportamento del governatore del Veneto Zaia, il quale, quando parla delle Olimpiadi, spesso cita le Dolomiti ed il circuito Cortina-Trento-Bolzano definendolo “il lab degli sport invernali più grande al mondo”».

Siamo dunque tutti d’accordo nel ritenere questo risultato straordinariamente importante, l'Italia tornerà ad ospitare i Giochi invernali per la terza volta, vent’anni dopo Torino 2006 e 70 anni dopo l'edizione di Cortina 1956. Ed anche la nostra Regione e la nostra Valle di Fiemme, assieme all'Altopiano di Piné, avranno l'onore di ospitare un numero impressionante di gare: il Trentino Alto Adige ospiterà 45 gare su 109, e la Provincia di Trento ben 34, quindi una gara su tre si terrà sul nostro territorio. Se sapremo giocarci bene le nostre carte, anche attraverso una adeguata pubblicizzazione e promozione degli eventi, potremo di certo recuperare quel "gap comunicativo" causato dal logo "Milano-Cortina". Del resto è noto che il ricordo è legato alle emozioni. Fin qui tutto bene, le prospettive sono rosee e l'entusiasmo è diffuso. E allora qual è il senso di questo mio intervento? A guardare bene – sottolinea ancora la consigliera Bruna Dalpalù - una nota stridente e stonata c'è, e purtroppo siamo noi trentini a suonarla. Mi riferisco alla polemica che nei giorni scorsi ha visto contrapporsi alcune persone, la cui preoccupazione pareva quella di rivendicare per sé, o per la propria organizzazione, il merito dell'assegnazione delle Olimpiadi. Non commettiamo questo errore, non trasformiamo un occasione sportiva, di aggregazione sociale e di formidabile impatto economico, in una polemica politica. Per questo motivo invito coloro che fino ad oggi hanno fatto la ruota come i pavoni, a cambiare atteggiamento e pensare al bene superiore del Trentino. Abbiamo un occasione straordinaria, il merito è di tutti coloro che, ciascuno in base al proprio ruolo, hanno lavorato per questo successo. Mai come in questo caso vale il motto del barone De Coubertin (il fondatore dei moderni giochi olimpici): “L'importante non è vincere, ma partecipare». È con questo spirito –conclude Dalpalù - che vanno affrontate le olimpiadi, ben sapendo che organizzare ed ospitare un evento di questa portata sarà comunque una vittoria per il nostro trentino e per la nostra gente». L.CH.













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