il progetto

Ecco la “Special team”: in Trentino il calcio incontra l’inclusione sociale

Con l’Us Lizzana a settembre inizieranno gli allenamenti con ragazzi e e ragazze con disabilità intellettive e patologie psichiatriche. Spinelli: “La Provincia c’è, mi aspetto di più dal privato”



ROVERETO. Un'opportunità di fare sport e socialità per ragazzi e ragazze con disabilità intellettivo-relazionale e patologie psichiatriche: è la proposta della Us Lizzana Special Team, la prima società sportiva trentina che ha voluto scommettere su un percorso di incontro fra sport e solidarietà sociale.

Il progetto, che è stato battezzato a livello nazionale come “Quarto settore” ed è sostenuto e promosso dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha preso ufficialmente avvio in Trentino con la presentazione avvenuta il 26 giugno alla Campana dei Caduti all'insegna dell'abbattimento degli ostacoli alla piena integrazione di tanti ragazzi e ragazze che manifestano la voglia di giocare a calcio e vivere la passione per il pallone senza limiti.

Alla cerimonia di inizio di questa avventura, che prenderà avvio con gli allenamenti dal prossimo settembre, era presente l'assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli.

"Lo sport sta diventando uno dei fattori di inclusione sociale tra i più importanti in Trentino. L'associazionismo e il terzo settore sono parte di quella che si sta delineando come una rinascita reale, per una società che vorremmo sempre più orientata verso l'uguaglianza e l'offerta di opportunità per tutti.

Come Provincia sono qui a ribadire l'intenzione di sostenere con convinzione questi progetti, anche se devo constatare che ancora dal settore privato non arrivano i riscontri aspettati, per un maggiore supporto verso il mondo dell'associazionismo sportivo.

Da parte mia vi faccio i migliori auguri e i complimenti per questa bellissima iniziativa".

All'incontro, aperto da Roberto Robol, presidente della Usd Lizzana, erano presenti anche il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, accompagnato dall'assessore allo sport della città della Quercia Mario Bortot, la presidente del Coni Trento Paola Mora, il presidente del comitato provinciale della FIGC Trento Stefano Grassi e Danilo Oppedisano, delegato nazionale della Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale FIGC.

"Siamo alla Campana dei caduti, simbolo di pace, perché non esiste parola più adatta per significare i valori dell'inclusione sociale" ha esordito Roberto Robol presentando le motivazioni che hanno portato l'associazione sportiva che rappresenta, con oltre 70 anni di storia, a scegliere di fare da apripista per questa iniziativa in Trentino.

Kaswalder ha portato i saluti dell'intero Consiglio provinciale, ribadendo l'eccezionalità del progetto e garantendone pieno sostegno e appoggio anche dal punto di vista personale.

"Calcio e disabilità sono decenni che hanno avviato un percorso insieme, ma farlo in modo strutturato e regolamentato è una novità recente", ha ricordato Oppedisano.

"Oggi contiamo 3.000 tesserati nella divisione paralimpica, ci auguriamo che il progetto della Us Lizzana faccia da volano per tutto il vostro territorio".

Lo special team nato da questa iniziativa è al momento costituito da tre allenatori che si sono formati nel settore specifico della disabilità intellettiva, ma si prevede l'accompagnamento di figure specializzate come educatori, psicologi, logopedisti e della rete costituita da cooperative sociali, enti del terzo settore, famiglie e società sportive che il progetto pensa di coinvolgere d'ora in avanti.

Da settembre dunque il via agli allenamenti e la volontà di partecipare già da gennaio 2022 al primo torneo nazionale.













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