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Dopo 4 anni torna a crescere numero delle imprese trentine

Al 31 dicembre 46.886 le imprese attive su 51.183 registrate. Aumentano quelle femminili. Successo per le start-up



TRENTO. Dopo quattro anni di contrazione torna a crescere il numero complessivo delle imprese trentine. In base ai dati del Registro delle imprese della Camera di Commercio di Trento, lo scorso 31 dicembre il sistema imprenditoriale trentino contava 46.886 imprese attive su 51.183 registrate.

L'elaborazione, eseguita dall'Ufficio studi e ricerche, evidenzia un incremento rispetto allo scorso anno, quando le imprese attive erano 46.171 (50.666 le registrate).

Il comparto con il maggior numero di imprese - sottolinea la Camera di commercio - si conferma l'agricoltura e le attività ad essa connesse, che conta 11.839 unità (il 25,3% del totale), sostanzialmente in linea con il valore dello scorso anno.

Seguono il commercio con 7.692 unità (16,4% del totale) e un incremento dell'1,3% sulla precedente rilevazione; le costruzioni, con 6.864 imprese (14,6% del totale e + 2,5% sul 2020); servizi alle imprese(6.737 unità attive, 14,4% del totale), segnano uno degli aumenti più significativi, pari al 4,2% sull'anno precedente.

Le imprese femminili aumentano del 2,3%, quelle giovanili del 3,3%. Quelle straniere registrano la performance migliore : +7,3%.

La provincia di Trento è inoltre al secondo posto in Italia, dietro la Lombardia, per start-up innovative. A livello nazionale si contano 23,3 start-up ogni 10.000 imprese, in Trentino si a 36,9 per un totale di 189 unità attive, dato pressoché stabile rispetto al 2020 (erano 184).

Luca Trentinaglia, Conservatore del Registro delle imprese e Vicesegretario generale della Camera di Commercio di Trento, sottolinea il servizio garantito "in un periodo tanto delicato e critico come quello pandemico, ha operato su due fronti: ponendo attenzione al massimo contenimento dei tempi di risposta, per agevolare lo svolgimento delle procedure e degli adempimenti di legge richiesti al sistema imprenditoriale; garantendo supporto alle Pubbliche amministrazioni nell'individuazione delle attività che, in base alla classificazione Ateco, potevano rimanere aperte nel periodo di lockdown e di quelle che successivamente avrebbero potuto beneficiare dei 'ristori'. 













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