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Diocesi di Trento, patrimonio di 75 milioni ma l’equilibrio economico resta lontano

Presentato il bilancio 2021 che ha beneficiato di 1,3 milioni della Fondazione Vigilianum. L’economo: “Cruciale per il futuro l’utilizzo dell’ampio patrimonio di immobili”



TRENTO. Ammonta a 75 ,6 milioni di euro il patrimonio netto della Diocesi di Trento, stabile rispetto al 2020: quasi 29 milioni i titoli finanziari e 57 milioni le immobilizzazioni di terreni e fabbricati.

Il bilancio 2021 è stato presentato oggi (18 giugno), per il quinto anno, al Collegio Arcivescovile ai parroci e membri dei Consigli affari economici delle parrocchie, accanto ai bilanci di altri otto Enti afferenti: Fondazione Comunità Solidale, Seminario, Fondazione Fraternitas, Casa del Clero, Museo Diocesano Tridentino, Vita Trentina Editrice, Fondazione Causa pia Battisti e, per la prima volta, il bilancio del Collegio Arcivescovile.

Il bilancio si chiude con una perdita di  71.292 euro, in diminuzione rispetto a quella dell’esercizio precedente (592.038 euro): ricavi per 10,8 milioni, costi per 10,9 milioni e imposte sul reddito per  326.209 euro.

Rispetto all’anno precedente, i ricavi totali diminuiscono di 62.793 euro (‐1,0%), soprattutto per la flessione dei “Contributi CEI” (‐18%) e da privati (‐48%). 

I costi complessivi presentano una diminuzione netta di  583.538 euro (‐5,0%) rispetto all’esercizio precedente, dovuta in particolar modo alla flessione delle disponibilità di “Contributi erogati e da erogare” (‐26%). Il costo del lavoro rappresenta il 26,6% dei costi totali; quelli di struttura e diversi incidono per il 24,3%; i costi di gestione degli immobili (ammortamenti, spese di manutenzione, ecc.) per il 44,7%.

Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’81% del totale attivo di € 108.536.669 e sono dovute per 35,7 milioni (-2% rispetto al 2020) a terreni e fabbricati strumentali e per 22,4 milioni (-5%) a terreni e fabbricati non strumentali.

Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 28,8 milioni (+1%). All’interno di questa quota, poco più di 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di Sviluppo Atesino (ISA), istituito nel 1929.

“Il bilancio 2021 – commenta nella sua relazione l’economo diocesano Claudio Puerari – risente del beneficio straordinario di 1,3 milioni di euro riveniente dalla destinazione alla Diocesi del patrimonio della Fondazione Vigilianum e del reddito netto delle attività finanziarie di 1,5 milioni di euro, in crescita rispetto al 2020 a seguito dell’attenuarsi sui mercati degli effetti dell’emergenza sanitaria. Elementi – aggiunge Puerari – che inevitabilmente presentano profili di volatilità. Quindi – è la riflessione dell’Economo diocesano –, depurando il bilancio dai ricavi straordinari e quelli finanziari, la struttura dei conti è ancora lontana dall’obiettivo dell’equilibrio economico, permanendo una struttura significativa di costi fissi”.

Secondo Puerari, l’”elemento cruciale” in prospettiva, anche per gli Enti afferenti all’Arcidiocesi e per le Parrocchie sarà “una chiara politica di indirizzo funzionale dell’ampio patrimonio immobiliare facente capo alla Diocesi, finalizzata a renderlo pienamente a servizio della missione istituzionale”. “Occorre – conclude il responsabile dell’amministrazione diocesana – coraggio e perseveranza nei comportamenti”.

Il Rapporto 2021 “La Chiesa per il territorio”, edito da Vita Trentina (disponibile in versione online sul portale diocesano e distribuito in forma cartacea alle comunità parrocchiali), conferma il percorso avviato fin dal 2017 all’insegna di quella “trasparenza – commenta l’arcivescovo Lauro Tisi nell’introduzione al testo - che non è solo un dovere etico ma un vero e proprio processo di costruzione comunitaria, basato sul principio della corresponsabilità, a fronte di una missione condivisa”.













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