IL CASO

Coppia scomparsa a Bolzano, l'Adige sarà "svuotato" per facilitare la ricerca dei corpi

Decisione drastica nella riunione dei rappresentati delle organizzazioni di protezione civile, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco


Redazione Web


BOLZANO. Una decisione drastica: ridurre la portata dell'Adige per facilitare le ricerche di Peter Neumair e Laura Perselli, la coppia bolzanina scomparsa ormai un mese fa. Limitando il deflusso delle dighe a monte che alimentano il fiume.

E' quanto trapelato dopo una riunione dei rappresentati delle organizzazioni di protezione civile, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, che sono attualmente impegnati nelle ricerche dei coniugi Perselli-Neumair.

Alla riunione, coordinata dalla Procura, hanno partecipato, tra l'altro, i gestori dei bacini idroelettrici e della Alperia Greenpower. Sono state riassunte le operazioni condotte nelle settimane passate e sono state definite le future azioni di ricerca come richiesto dalla magistratura investigativa e dalla polizia giudiziaria indagante. L

e zone di ricerca sono state suddivise, come richiesto dalla Procura, sulle squadre di ricerca e assegnate alle organizzazioni coinvolte. Le operazione proseguono anche nei prossimi giorni. Sono stati consultati e coinvolti anche i rappresentati della protezione civile della Provincia di Trento e del Corpo permanente Vigili del fuoco di Trento.

Spariti da un mese

Spariti nel nulla. Da un mese. Anche le ultime ricerche fatte negli ultimi giorni, addirittura nel giardino dell’appartamento della coppia scomparsa in via Castel Roncolo, non hanno dato alcun risultato. Di Laura Perselli e del marito Peter Neumair, non si sa nulla. L’unica certezza in una vicenda che di certezze ne ha pochissime, per non dire nessuna, è che il figlio Benno è in carcere con una doppia pesante accusa: duplice omicidio e occultamento di cadavere.

La famiglia

Laura Perselli, 68 anni, e Peter Neumair, 63, vivono in un'elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo. Hanno due figli. Benno, 30 anni, che vive con loro, e Madè, 26 anni, laureata in medicina e specializzanda in ortopedia a Monaco. Da quanto emerso nelle giornate successive alla scomparsa, i rapporti tra Benno e i genitori, in particolare il padre, non sono facili. La mamma, in alcuni messaggi, aveva espresso a delle amiche la preoccupazione per una situazione che stava diventando sempre più pesante.

La scomparsa

Tutto parte da via Castel Roncolo 22, lunedì 4 gennaio. Tutto parte dalla bella casa in cui Laura e Peter vivono, in uno delle zone più prestigiose della città. Da lì, i coniugi sono usciti prima di scomparire. Sono usciti a piedi: Peter con il cellulare in tasca, Laura con il cellulare e la borsa.

L’allarme

A lanciare l'allarme è stata, nel pomeriggio del giorno successivo alla scomparsa, la figlia Madè, che non riusciva a contattare la mamma, con cui si sente tutti i giorni. Ai carabinieri Benno ha riferito di non essersi accorto dell'assenza dei genitori perché aveva passato la serata e la notte di lunedì con un'amica. E la ragazza ha confermato le dichiarazione del giovane. Mercoledì 6 gennaio mattina, scattano le ricerche sulle rive dell'Isarco e sul Renon, dove Laura e Peter vanno spesso per camminare e compiere escursioni

Telefoni spenti

I telefoni cellulari della coppia bolzanina scomparsa nel nulla sono stati spenti (o comunque hanno cessato di funzionare) tre le 21 e le 22 di lunedì 4 gennaio, non nella prima serata come era trapelato in un primo momento. È un dato tecnico che rende ancora più misterioso e complicato il caso.

Le ricerche

Da subito sono partite le ricerche dei coniugi: nella casa di Bolzano, sul Resia, nell’Adige – sia in territorio trentino che altoatesino – con l’ausilio di droni, cani molecolari e con un dispiegamento di forze mai visto: straordinario il lavoro anche dei Vigili del fuoco, che anche negli ultimi giorni stanno continuando a cercare di ritrovare i corpi di Laura e Peter. Sul campo sono poi entrati gli uomini del Ris di Parma che hanno trovato su un ponte sull’Adige nei pressi di Vadena del sangue: sarebbe del papà di Benno.

Il giallo delle bottiglie di acqua ossigenata.

Ieri (3 febbraio) sono emersi nuovi dettagli sul sopralluogo effettuato martedì nella casa di via Castel Roncolo: i Ris hanno cercato delle tracce che Benno, secondo l'accusa, avrebbe cercato di cancellare utilizzando dell'acqua ossigenata. Una prima bottiglia di acqua ossigenata era stata trovata dagli inquirenti nel bagagliaio della Volvo, fermata mentre stava per entrare in un autolavaggio. Al volante c'era Benno, che in quell'occasione era accompagnato da una sua amica, una ventenne che aveva iniziato a frequentare da poco tempo. Questa ragazza è già stata sentita dagli inquirenti come testimone, ma non è indagata. Successivamente gli inquirenti hanno scoperto che Benno avrebbe acquistato una seconda bottiglia di acqua ossigenata e sospettano che questa sia servita per pulire determinate zone dell'appartamento, ovviamente prima che questo venisse posto sotto sequestro e che il trentenne fosse indagato.

Le accuse della Procura

L'ipotesi degli inquirenti è che dopo avere ucciso i genitori - nell'appartemento attiguo a quello dove i tre vivevano - e dopo averli caricati sulla Volvo V70 di famiglia - il 30 enne si sia liberato dei corpi gettandoli nell'Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi. È lì che il 22 gennaio i carabinieri trovano una traccia di sangue: le analisi del Ris accertano che il sangue è di Peter Neumair.

I pm Igor Secco e Federica Iovene sono convinti che Benno abbia lanciato nel fiume i cadaveri dei genitori prima di andare a casa dell'amica Martina è lì che trascorre la notte tra 4 e 5 gennaio. "Veniva sempre con i mezzi, quella sera invece è venuto in macchina", dice la ragazza ai carabinieri. Un particolare ritenuto interessante nella ricostruzione del duplice omicidio. E aggiunge: "Gli ho lavato i vestiti".

Benno si difende

Secondo quanto afferma Benno, lunedì 4 gennaio – data della sparizione dei genitori – egli si sarebbe recato in un luogo isolato, un laghetto frequentato solo da pescatori, per rilassarsi. Benno ha cercato così di giustificare il lasso di tempo intercorso fra le 21 e pochi minuti prima delle 22, quando la sua auto – una Volvo station wagon – è stata ripresa dalle telecamere stradali. Circa quaranta minuti in cui l’uomo aveva anche lo smartphone spento, quindi irrintracciabile. Proprio negli stessi attimi anche i cellulari dei genitori venivano spenti per sempre.

La svolta

Benno Neumair si è costituito nella notte, tra il 28 e il 29 gennaio, ma non ha confessato ed è al momento sottoposto a fermo di indiziato di delitto. La Gip di Bolzano Carla Scheidle ha accolto la richiesta, che era stata avanzata sabato dalla procura e dalla difesa, di disporre un incidente probatorio relativo all'analisi scientifica di tutti i reperti rilevati dal Ris nell'appartamento di via Castel Roncolo in cui abitavano i coniugi Peter Neumair e Laura Perselli.

L'incidente probatorio riguarda anche l'analisi dell'auto della famiglia, una Volvo già posta sotto sequestro, ed il contenuto dei dispositivi tecnici (telefono, pc e chiavette usp) di Benno Neumair, dei quali verrà effettuata una copia forense.













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