L'INTERVENTO

Conte al Festival dell'Economia: "Escludo un nuovo lockdown. Quota 100? Non sarà rinnovata"

Il presidente del consiglio: "Tra le riforme che ci aspettano possiamo anche lavorare su quella delle pensioni". Sicurezza e immigrazione: "Vogliamo allargare il meccanismo facendone un progetto molto più ampio"



TRENTO. «Io escludo pubblicamente un nuovo lockdown» nazionale «perché siamo in una situazione diversa rispetto a quella di inizio anno». «Se si svilupperanno dei cluster potremo intervenire in modo circoscritto, perché abbiamo un sistema sofisticatissimo per incrociare i dati. Ai cittadini dico: riprendiamo la vita sociale con cautela ma con fiducia. Se dovessero smettere il rispetto di minime regole è chiaro che i numeri potrebbero salire ma se continueremo come adesso sono molto fiducioso». Lo dice il premier Giuseppe Conte intervenendo in streaming al Festival dell'Economia di Trento.

Le frontiere. Sui controlli alle frontiere «dobbiamo essere flessibili. Continuamente aggiorniamo le nostre ordinanze sui flussi transfrontalieri e i trasferimenti più insidiosi e c'è una sinergia con la Farnesina, col ministero della Salute e quello dei trasporti per aggiornare sempre i paesi ad alto rischio e i flussi che si presentano come insidiosi». Il premier elogia anche «il modello Fiumicino», dove «i turisti che vengono da paesi a rischio in mezz'ora sanno se sono positivi o no. Siamo molto efficienti anche in questo ma non dobbiamo mai abbassare la guardia».

Quota 100. «Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all'ordine del giorno il rinnovo di quota 100». «Tra le riforme che ci aspettano possiamo anche lavorare su quella delle pensioni. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo: ad esempio fare una lista dei lavori usuranti mi sembra la prospettiva migliore. Un professore universitario vorrebbe lavorare a settant'anni, mentre in tanti lavori usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo avere il coraggio di differenziare».

La scuola. «La scuola è un problema serio: lo stiamo affrontando seriamente. Abbiamo investito 7 miliardi. Le graduatorie sono gestite con trasparenza, la digitalizzazione ha messo in evidenza alcuni errori» ma sulla scuola e le graduatorie «abbiamo fatto tantissimo».

I dati Pil. «Standard & poor ha fatto le stime di calo del Pil più ottimistiche di quelle che abbiamo noi attualmente: danno 8,9%. L'Istat ci dà un indice di fiducia che sta salendo. Abbiamo dati molto positivi ma l'Italia non potrà mai avere un rimbalzo molto significativo se gli altri Paesi europei si troveranno nei guai. Non si cresce da soli», afferma Conte.

Il Recovery fund. «Delle volte mi sembra di vivere una situazione dissociata in cui nella situazione internazionale viene apprezzato il nostro operato e in Italia abbiamo domande 'quando cade il governo ' Dobbiamo essere un pò più rispettosi e volerci bene come italiani. Non sono concorsi di bellezza. Non mi risulta che ci siano paesi più avanti di noi con il Recovery fund. È l'Ue che ci ha chiesto le linee guida e non i progetti. Non condivido dire che i lavori del comitato Colao, otto giorni di confronto con 122 parti sociali, organizzazioni e parti produttive che è un'operazione di facciata: per me il confronto è fondamentale». Così Conte, rispondendo alle obiezioni di Tito Boeri. 

I decreti sicurezza. Sulle modifiche dei decreti sicurezza di Salvini - precisa il premier - «prima dell'estate è già stato fatto un lavoro intenso. Vogliamo allargare il meccanismo di sicurezza e protezione per i cittadini e per i migranti stessi, che arrivano spesso in condizioni di fortuna. È un progetto molto più ampio che cercheremo di integrare nelle modifiche che al primo Consiglio dei ministri utile cercheremo di portare. Ci stiamo lavorando adesso sul piano tecnico». 

I rimpatri. «Quando si parla di rimpatri nessuna soggezione culturale. L'Italia non si è mai sottratta ai salvataggi. Ma un Paese ha diritto a regolare il flusso di migranti, non deve subire passivamente un numero elevato com'è stato in passato perché quando non si riesce a governare i flussi non c'è accoglienza che tenga. Servono numeri gestibili o nessuno ce la può fare». 

Il caso Tridico. Sull'aumento di stipendio del presidente Inps Pasquale Tridico, oggetto di un'esclusiva del quotidiano La Repubblica, il presidente risponde: «Non ero informato di questa vicenda: ovviamente ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione. Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò».













Scuola & Ricerca

In primo piano