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Cgil del Trentino, Grosselli confermato segretario: «Svolta ecologica per creare sviluppo»

Eletto dall’assemblea generale (54 sì, 11 no, 3 astenuti). Il sindacato di via Muredei darà vita ad un coordinamento ambientale trasversale alle categorie. Re David: «Dal governo Meloni solo false aperture di dialogo. Battaglia sui salari»



TRENTO. Con 54 sì, 11 no, 3 astenuti e una scheda bianca Andrea Grosselli è stato confermato questa sera (31 gennaio) alla guida della Cgil del Trentino.

Al termine di due giorni di confronto 190 delegate e delegati hanno rinnovato gli organismi della confederazione, assemblea generale e direttivo. L’assemblea generale neo eletta ha dunque votato il segretario generale, che guiderà l’organizzazione per i prossimi quattro anni. Transizione ecologica e transizione sociale le priorità perché il cambiamento climatico sia anche spinta per una svolta ecologica che crei occasioni di sviluppo e crescita occupazionale di qualità.

E’ in questa logica anche che il congresso ha votato un ordine del giorno che prevede la creazione di un coordinamento ambientale trasversale alle categorie della Cgil con l’obiettivo di avanzare proposte per gestire gli effetti del cambiamento climatico sulle lavoratrici e i lavoratori.

La Cgil del Trentino inoltre si doterà di un’analisi interna per ridurre la propria impronta ecologica e gestire in modo più sostenibile le sedi sindacali.

A chiudere i lavori del pomeriggio è stato l’intervento di Francesca Re David della segreteria nazionale Cgil.

Nel suo intervento Re David ha toccato numerosi temi, soffermandosi in particolare sul dramma della guerra e rivendicando l’impegno della Cgil, anche sul piano della mobilitazione, per arrivare alla pace.

Su lavoro e salari, Re David è stata netta: lavoratrici e lavoratori insieme al sindacato devono agire per ottenere un miglioramento delle proprie condizioni di lavoro. A partire dal problema delle retribuzioni erose dall’inflazione.

Sul governo Meloni senza giri di parole ha parlato di confronti che sono solo «false aperture di dialogo». E ha stigmatizzato il fatto che dall’esecutivo non arrivano risposte su fisco, politiche industriali, né su scuola e sanità pubblica. Ha sottolineato la necessità di redistribuire il lavoro e di semplificare il quadro contrattuale, di «innovare il sindacato per renderlo adeguato ad un mondo del lavoro fortemente frammentato».













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