IL CASO

Brigitte Bardot: “Liberate gli orsi in Trentino”

L' ultima battaglia dell'icona del cinema e animalista contro il governatore Fugatti. Che risponde invitandola in Trentino  



TRENTO. Brigitte Bardot, indimenticata icona del cinema e cantante, fervente animalista al punto da essere presidente di una fondazione che porta il suo nome, ha scritto una lettera, in francese, al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega) per chiedere di rimettere in libertà i tre orsi rinchiusi nel recinto del Casteller.

Nella lettera, l'attrice si definisce "scioccata e scandalizzata" dal fatto che gli orsi "catturati in Slovenia per reintrodurli in Italia nell'ambito di un progetto Life Ursus Project finanziato da altissimi fondi europei , ora vivono chiusi in un bunker elettrificato".

Il riferimento è ai tre plantigradi rinchiusi nel recinto del Casteller, l'area poco distante da Trento dove si trovano l'orso M49, 4 anni e mezzo, ribattezzato "Papillon" e celebre per le sue due fughe proprio dal recinto, M57, l'esemplare di due anni e mezzo che la sera del 22 agosto scorso ha aggredito il carabiniere di 24 anni Diego Balasso ad Andalo, e l'orsa DJ3, che ha quasi 18 anni e si trova nel recinto dal 2011.

BB, scrive a Fugatti che "non solo quello che state facendo a questi orsi innocenti è una disumanità abietta, ma anche un'appropriazione indebita di fondi europei ". Se Fugatti non libererà gli orsi, assicura Brigitte Bardot, provocherà "uno scandalo globale sostenuto dai nostri numerosi partner internazionali e ti giuro che non ti risparmierò".

"Brigitte Bardot ama gli orsi? Bene, la invitiamo a venirci a trovare in Trentino: qui ne abbiamo tanti...", risponde il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha invitato l'attrice e attivista francese a visitare il Trentino.

"Anche noi - dice Fugatti - amiamo la natura e gli animali, tanto che il nostro territorio è un esempio internazionale da questo punto di vista. Non dimentichiamo tuttavia che gli orsi problematici annoverano ormai molte vittime tra gli animali che rappresentano il sostentamento dell'agricoltura e della zootecnia di montagna.

È proprio la logica di un migliore equilibrio che noi stiamo difendendo, consapevoli delle fatiche di chi ancora oggi cerca di resistere in montagna, presidiando e mantenendo vivo il territorio. Una fatica oggettivamente reale e concreta. Ben lontana dalla finzione cinematografica, dove la rappresentazione dei fatti può non rappresentare pienamente le problematiche più autentiche".

Bardot chiede anche di "lasciare in pace la femmina JJ4", su cui si è pronunciato con due ordinanze il Consiglio di Stato che, accogliendo i ricorsi degli animalisti, ha stabilito che l'orsa deve restare libera.

Il Tar di Trento, lo scorso ottobre, aveva invece rigettato il ricorso per la sospensiva dell'ordinanza di cattura e reclusione a vita per il plantigrado, adottata dalla Provincia di Trento dopo un incontro ravvicinato dell'animale con due persone, avvenuto nel giugno scorso sul monte Peller.

In seguito alla decisione del Consiglio di Stato, Fugatti ha dichiarato "da questo momento cessano le responsabilità della Provincia in caso di esiti sgradevoli o pericolosi a seguito di ulteriori incontri con l'orsa. Il provvedimento che avevamo adottato andava secondo noi nella direzione di tutelare i nostri concittadini. Adesso nessuno dica che sono della Provincia le responsabilità per quanto potrà accadere in futuro".

Festeggiano, invece, le associazioni animaliste: "Con il pronunciamento di oggi il Consiglio di Stato riconosce all'orsa JJ4 un vero diritto di natura, vale a dire quello alla libertà e alla pratica dei ritmi naturali che le spettano, a lei come agli altri orsi italiani, nella fase delicatissima del letargo, che costituisce una prova cruciale per la sopravvivenza della specie", scrivono Enpa e Oipa.

"Vengono finalmente ristabilite e applicate le normative e, soprattutto, prevalgono le ragioni della scienza e del buon senso", dichiara Patrizia Fantilli, direttore ufficio legale del Wwf Italia.













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