IL CASO

Bocconi avvelenati, un cane è morto a Pedersano

Un problema che si ripresenta ad ogni inverno. Le esche tra prati e campi sono posate per eliminare volpi, faine ed altri predatori



ROVERETO. Nuovo allarme per la presenza di bocconi avvelenati nelle campagne e all’inizio della fascia boschiva della collina. Arriva stavolta da Pedersano, dove il 5 gennaio un cane di grossa taglia è morto dopo una sgambata nell’area tra campi e prati nella zona dell’acquedotto.

Stessa zona e stesso periodo in cui esche avvelenate erano state rinvenute anche un anno fa: allora l’amministrazione comunale di Villa Lagarina aveva chiesto l’intervento della polizia locale e avvertito la popolazione, invitando tutti alla massima cautela.

Perché se a rischiare di più sono ovviamente i cani, il rischio è concreto anche per i bambini che potrebbero toccare se non addirittura mettere in bocca esche che spesso sono realizzate utilizzando wurstel o pasta di maiale e quindi possono facilmente essere associate a qualcosa di noto da mangiare.

Periodo dell’anno e zone non sono casuali. Il 31 dicembre si è chiusa la stagione venatoria. Quindi è cessata la frequentazione con i cani da caccia della montagna. L’inverno è inoltre il periodo in cui più difficile è trovare cibo per volpi, faine, martore e altri predatori (gatti domestici inclusi) tradizionalmente visti dai cacciatori come competitori. Tra pochi mesi inizieranno a nascere le nuove generazioni di lepri e caprioli e di selvaggina da penna: è alla riduzione dei predatori che sono rivolti i bocconi avvelenati in zone lontane dalle abitazioni. Questo non significa ovviamente che siano “i cacciatori” a realizzare e posare le esche, ma che sia qualcuno che malintende il senso di rispetto per l’ambiente e le prede che è alla base anche dell’etica della caccia è abbastanza scontato. 













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