Il caso

Bimba "no mask", il Consiglio di Stato rimanda la decisione al Tar

Il ricorso dei genitori era su un decreto ormai scaduto.  I giudici: “La scuola adotterà iniziative a tutela in caso di danno grave”



TRENTO. Il Consiglio di Stato, per una questione procedurale, non si pronuncia sul caso della bimba di Bolzano, in favore della quale, il primo marzo, aveva sospeso l'obbligo di mascherina a scuola.

Ma la battaglia legale va avanti. I genitori chiedono di disapplicare il Dpcm del 14 gennaio, che ha posto l'obbligo di mascherina anche per i piccoli da 6 a 12 anni, perché pur non soffrendo di patologie specifiche la loro bambina riscontra difficoltà respiratorie.

Nel frattempo, però il decreto della presidenza del Consiglio che avevano impugnato è scaduto il 5 marzo, e il loro ricorso è divenuto "improcedibile" davanti al Consiglio di Stato, anche se le stesse disposizioni sono state reiterate in quello attualmente in vigore.

I giudici - nell'ordinanza pubblicata oggi - rimandano, di fatto a una successiva decisione davanti al Tar: "Le analoghe disposizioni contenute nel successivo Dpcm del 2 marzo 2021, potranno essere esaminate anche sotto il profilo cautelare dal giudice di I grado, che risulta già adito dai ricorrenti", ma "in questa sede non è possibile adottare alcuna decisione al riguardo". Precisando però che "ove riscontri pericolo di danno grave e irreparabile per la minore come rappresentato e ribadito con la memoria da ultimo depositata, l'amministrazione scolastica adotterà ogni ulteriore iniziativa di competenza ritenuta necessaria a salvaguardia del diritto alla salute e del diritto allo studio". 













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