«Sono onesto, spiegherò tutto» 

L’inchiesta scuote il Comune. Il sindaco Betta è pronto a ricostruire la vicenda del campeggio Maroadi e porta in consiglio la Variante 15 Contrarietà del consigliere Rullo: «Ora i nodi stanno venendo al pettine: è inopportuno». Il Pd invece attacca le dichiarazioni della Parisi


Gianluca Ricci


Arco. All’indomani della notifica della conclusione delle indagini della Procura di Rovereto sulla vicenda del campeggio Maroadi e alla vigilia di un passaggio sostanziale come l’approvazione della Variante 15, il sindaco Alessandro Betta si dice fiducioso nel lavoro della magistratura. «Ho ricostruito l’intera vicenda – ha detto – e non vedo l’ora di poterla raccontare agli inquirenti. È la classica tempesta in un bicchiere d’acqua: sono onesto e ho agito nell’interesse pubblico». Su queste basi è intenzionato a portare in consiglio comunale la Variante 15, nonostante da più parti si invochi il contrario per una questione di opportunità politica. «È proprio questo che mi ha demoralizzato – ha aggiunto Betta – leggere da più parti dichiarazioni giustizialiste fatte allo scopo di gettare discredito sull’intero sistema. Così come, pur fautore della massima trasparenza, mi è dispiaciuto che la questione sia diventata di dominio pubblico quando ancora siamo in fase di indagini, ma tant’è. La variante che portiamo all’approvazione definitiva per la prima volta cambia un metodo consolidato e per questo forse scontenta molti, che, da ambientalisti selettivi, vogliono impedire che altri possano fare ciò a loro invece è stato permesso».

La pensa in modo diametralmente opposto ovviamente Giovanni Rullo, che con l’esposto sottoscritto insieme a Mauro Ottobre ha dato il via alle indagini sulla vicenda Maroadi: «Portare oggi in consiglio questa variante è totalmente inopportuno: ora i nodi stanno venendo al pettine. Nessun altro comune sta portando avanti varianti che interessano i privati».

A dare sostegno al sindaco Betta l’intero gruppo del Pd, che ha elaborato una nota in risposta all’intervento della candidata sindaco Chiara Parisi: «Di fronte alle sue dichiarazioni, in cui afferma che “vedere indagati il segretario comunale, il sindaco, l'assessore all'urbanistica e la responsabile del procedimento, a prescindere dall'esito finale, non possiamo certo dire che ci sorprenda”, il gruppo del Pd rimane basito per l’utilizzo puramente speculativo della vicenda. Torna in auge la peggior forma di giustizialismo: quel “a prescindere dall’esito finale” è qualcosa che fa accapponare la pelle. Un uso qualunquista della giustizia che appartiene a certi mondi politici che ora si ripresentano sotto ragioni ‘verdi’ per scrollarsi di dosso qualche ruggine elettorale (vedi M5S) e che utilizza la magistratura e le vicende giudiziarie per perseguire la propria attività politica». Ribadita la fiducia nei confronti della magistratura, il gruppo del Pd si dice infine stupito che si concentri l’attenzione solo sul ruolo del Comune «e meno su coloro che sono i reali artefici di questa vicenda: quei privati che hanno agito da un lato richiedendo una deroga urbanistica e dunque un riconoscimento dell’importanza del loro lavoro per l’economia della zona e l’interesse pubblico e dall’altra raggirando e prendendo in giro sfacciatamente l’intera comunità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano